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GRAZIA DELEDDA E IL “DONO DI NATALE” (ma non solo)

Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura nel 1926 (attribuito il 27 dicembre 1927), nei suoi libri è strettamente legata alla Sardegna che è la sua terra natale. Riesce ad affermarsi a livello mondiale in un periodo in cui le donne dovevano combattere duramente per emergere.

Biografia
Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871 da una famiglia numerosa e benestante.
La sua formazione è un mix tra istruzione casalinga e quella di un precettore.
Le sue prime novelle e racconti nascono durante l’adolescenza e saranno pubblicate in realtà locali sarde. In seguito riuscirà ad ottenere contatti con la capitale ed otterrà pubblicazioni anche con Roma dove poi si trasferirà. I suoi primi romanzi che risalgono a quel tempo sono “Anime Oneste” (1895) e “La via del male” (1896).
Il successo arriverà definitivamente nel 1903 con “Elias Portolu”.
Come detto Grazia Deledda ha un forte legame con la realtà sarda e, quindi, sia con il paesaggio sia con la situazione sociale dell’isola.
Per lo più in ogni sua opera i protagonisti si trovano a lottare per potersi riscattare.

Sono tutte storie scritte e raccontate con estremo realismo che esprimono anche delle passioni universali e di problemi che caratterizzano ogni essere vivente. La donna morì nel 1936 e “Cosima” ossia la sua ultima opera sarà però pubblicato postuma. E’ un romanzo autobiografico che racconta quanto la sua vita sia stata un impegno costante a inseguire un sogno che per i tempi era praticamente proibito per una persona di sesso femminile e tutte le problematiche correlate di quel dato periodo storico.

Il dono di Natale di Grazia Deledda
Il dono di Natale è stato pubblicato nel 1930, ossia tre anni dopo aver avuto il Premio Nobel. È un racconto per ragazzi che commuove pure gli adulti per via dei valori profondi che tratta. Il libro ripercorre il momento di festa del periodo natalizio tenendo presente però le tradizioni tipiche della Sardegna. Nel racconto viene narrata la storia di una famiglia di pastori che rientrano dai loro ovili per le festività. E nello specifico parla di Felle che è il più piccolo (il quinto figlio / fratello) di questa famiglia e di come vede questo momento di festa caratterizzata di preparativi della Vigilia con le sue speranze e i suoi sogni.
Viviamo questi attimi intensi tramite gli occhi, per l’appunto, di un bambino perciò con ingenuità.
Tuttavia nonostante la povertà e le difficoltà, il Natale riesce a coinvolgere tutti quanti perché è un momento di gioia e serenità che fa davvero bene a tutti.
Monica Palazzi

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