Cantante e fotomodella, abituata a raccontarsi con l’immagine e la voce. Gloria Agostinelli, in arte semplicemente “Glen”, è una di quelle ragazze che non passa mai inosservata.
Dietro al suo aspetto, però, si nasconde un animo strong e una ragazza abituata ad entrare in palestra per praticare kick boxing.
Dalla Provincia di Pesaro, 29 anni portati come se ne avesse una decina in meno, Gloria vive da sempre sotto i riflettori.
“Amo l’arte nelle sue forme più disparate, ritengo che nelle esternazioni artistiche, sia di chi ne è autore e sia di chi ne percepisce il risultato come spettatore, ci sia racchiusa dentro una disperata ricerca di se stessi”.
Ed è proprio questa continua ricerca introspettiva che l’ha spinta a guardarsi dentro, a mettersi in gioco.
“L’aspirazione a vivere di fotografia nasce da quando ero piccola – confida Gloria – passavo molto tempo da sola e avevo sempre con me una macchinetta fotografica analogica, mi affascinava il poter racchiudere ed immortalare in un immagine momenti e situazioni”.
Com’è iniziata la tua avventura nel mondo della fotografia?
Ho iniziato a posare come modella nel 2014 e fin da subito ho potuto notare come mi sentissi a mio agio di fronte all’obbiettivo. Mi sentivo… come un pennello di fronte ad una tela bianca, libera! In quel momento io posso essere Glen, o chiunque io mi senta di essere per raccontare un qualcosa.
Come si è sviluppato questo percorso?
All’inizio non ero completamente consapevole della forza di questo strumento. Il mio scopo era più incentrato sul realizzare uno scatto bello esteticamente, mentre ora mi sono resa definitivamente conto che la fotografia significa interpretare un ruolo, così come avviene nel canto. Non a caso, una delle mie aspirazioni più grandi è proprio il poter recitare come attrice, per questo ho preso parte alla realizzazione di video musicali. A seguire, ho potuto collaborare con vari fotografi della mia zona, per progetti personali e non, come la realizzazione di cataloghi e spot pubblicitari. Nel 2020 inoltre ho potuto realizzare un progetto fotografico contro la violenza di genere “io sono mia” e questo mi ha riempito di forza e orgoglio.
Anche perché, nel tuo passato, c’è un episodio forte che ti riguarda…
Per diversi anni avevo smesso di utilizzare social essendo stata vittima di violenza, avevo evitato riflettori puntati su di me e avevo smesso di lavorare come modella. La forza di ricominciare mi ha portata a prefissarmi nuovi obbiettivi e a conseguirli con più determinazione. Noi donne abbiamo questa capacità, spero di trasmettere questo messaggio ogni volta che realizzo un progetto.
Non a caso, la fotografia ha avuto una particolare valenza per te…
Il rapporto che ho con la mia immagine è semplice e terapeutico: mi serve per stare bene. La passione per l’immagine è una sorta di cura che ho nei miei riguardi. Molto spesso mi è stato rinfacciato di essere una persona esibizionista perché sfoggio anche nell’abbigliamento outfit molto femminili e sensuali.
Ed invece, cosa si nasconde dietro questa scelta?
Spesso in casa sono in abbigliamento da serata, e non lo faccio per nessun altro se non per me stessa. Le persone dovrebbero imparare a sentirsi bene con se stesse. Non ho bisogno di vestirmi con il miniabito rosso per attirare l’attenzione, ma lo indosso solo se piace a me e di conseguenza mi fa stare bene.
Torniamo al tuo ruolo di fotomodella, che ti prende e ti appassiona…
Stare sotto i riflettori rappresenta una sorta di ricerca della verità, ma anche la possibilità di immedesimarsi e di poter vivere emozioni altrui facendole nostre. Mi affascina questa modalità empatica che l’arte estrapola dai nostri modi di vivere. Naturalmente, credo che oggi sia molto più facile poter condividere tutto questo grazie ai social media; sui miei account, spero di poter dare un immagine di me quanto più onesta e veritiera possibile, esternando anche tematiche molto forti.
Insomma, non solo apparenza.
Proprio così! Sono un’attivista per i diritti delle donne e amo utilizzare i social che sono il mio diario tramite il quale mi interfaccio con i followers. Per me Instagram e Facebook sono un teatro virtuale tramite i quali ho potuto conoscere e collaborare con professionisti fotografi e musicisti, oltre ad utilizzarli come mezzi comunicativi per parlare al mio pubblico.
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