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GLI ANNI 60: NOI CHE…

Noi che ci divertivamo giocando a ‘campana’, ‘rimpiattino’, ‘palla prigioniera’ e ‘rubabandiera’.
Noi che non mancava neanche ‘dire fare baciare lettera testamento’.
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo ‘Parco della Vittoria’ e ‘Viale dei Giardini’.
Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che le marce si cambiavano alla vespa e non alla bicicletta.
Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d’aria mettendole in una bacinella.
Noi che ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando ed era quasi sempre verde pisello.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa.
Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente.
Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca.
Noi che quando starnutivi nessuno chiamava l’ambulanza.
Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa e noi li spiaccicavano.
Noi che dopo la prima partita a rubamazzo c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi che giocavamo a verbi e città (e la città con la D era sempre Domodossola).
Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.
Noi che avevamo il ‘nascondiglio segreto’ con il ‘passaggio segreto’.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la penna.
Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.
Noi che guardavamo alla tv dei ragazzi i pupazzi di Velia Mantegazza e Giocagiò che cominciavano solo alle 4.
Noi che guardavamo ‘La casa nella prateria’, ‘Rin-tin-tin’, ‘Zorro’.
Noi che abbiamo raccontato 1500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.
Noi che a messa ridevamo di continuo.
Noi che si andava a messa se no erano legnate.
Noi che si bigiava a messa.
Noi che ci emozionavamo pe un bacio su una guancia.
Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al compagno.
Noi che tiravamo con la bic le palline di carta ’succhiate’.
Noi che si andava in cabina a telefonare ed era un casino perchè non si trovava mai il gettone.
Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca-Cola con l’albero.
Noi che le palline di Natale erano di vetro e si rompevano.
Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.
Noi che in spiaggia avevamo le bilie di plastica con la figura del ciclista e tutti volevano prendere Gimondi.
Noi che la pubblicità era Carosello, con Calimero pulcino nero, Carmencita, la brillantina Linetti, Ringo con la sua carne Montana e la dolce Euchessina.
Noi che se guardavamo tutto il film dopo Carosello eravamo andati a dormire tardissimo.
Noi che guardavamo i film dell’orrore di Dario Argento, che allora facevano paura e ora

fanno solo ridere.
Noi che suonavamo i campanelli e poi scappavamo.
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4 sennò ci prendeva la congestione.
Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa con la tuta nella sacca e ci cambiavamo a scuola.
Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli, con autobus, treni o bicicletta.
Noi che se si andava a scuola con i pantaloni strappati voleva dire che eri caduto nel tragitto o che eri un poveraccio.
Noi che le scarpe da ginnastica si usavano solo per fare ginnastica e non per fare i fighi.
Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava due.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca o sull’enciclopedia ‘Conoscere’, mica su Google.
Noi che il computer e Internet non esistevano.
Noi che compravamo le uova sfuse e la pizza alta un dito, con la carta del pane che si impregnava d’olio.
Noi che le merende si facevano col pane e pomodoro, o col salame, o al massimo con i Pavesini.
Noi che la mattina si beveva il caffelatte senza cornflakes ma col pane e burro.
Noi che non venivamo a sapere ogni giorno di madri che uccidono i figli, di ragazzi che trucidano le fidanzate, di figli che assassinano i genitori per ereditare o perchè li contraddicono.
Noi che le pasticche si prendevano per il mal di gola e non per eccitarsi in discoteca.
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio e la bici era la Graziella o la Bianchi.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare Bim Bum Bam.
Noi che sapevamo che era pronta la cena perchè c’era ‘Happy Days’.
Noi che ci ricordiamo ancora adesso i regali che abbiamo ricevuto da bambini a Natale, desiderati davvero, e non scelti annoiati sui cataloghi.
.noi a base di : Robi e 14, Topo Gigio, Ivanhoe, La freccia nera, Giovanna la nonna del Corsaro nero col maggiordomo Battista e Nicolino, Belfagor eccetera.
..noi che il latte era triangolare;
noi che la nonna ci portava all’arena della parrocchia a vedere Ercole contro Maciste;
noi che le prime sigarette fumate di nascosto erano le Gala, le Colombo e le Bis per gli sfigati e le HB e le Muratti Ambassador per i fighetti da brodo; ma anche, noi che il low cost era l’autostop e noi che anche senza internet e telefonino ci si dava improbabili appuntamenti l’ultimo giorno di scuola tipo “allora ci si rivede il 1 agosto a mezzogiorno a Parigi sotto la torre Effeil” e puntualmente, paradossalmente e misteriosamente ci si rincontrava per davvero! Quanta fiducia nella vita, e quanta poesia…
Noi che si cercava di riempire la cabina del telefono con il numero piu alto possibile di persone allo scopo di stabilire un guinnes…per la cronaca noi arrivammo a 14 persone…
Noi che quando iniziava la Fiera Campionaria di Milano  ci facevamo una scorpacciata di film mattutini
Noi che facevamo lo scubidù
Noi che eravamo felici con un fagiolo magico comprato vicino alla scuola
Noi che ambivamo alle coccarde di buoni
Noi che non le prendevamo mai perchè eravamo pesti
Noi che con niente eravamo sempre occupatissimi
Noi che il pallone era di plastica, il campo in terra battuta o il campo era la strada tra le macchine posteggiate….
Noi che 100 lire erano un tesoro: 45 lire un etto di focaccia, 30 lire la spuma (al ginger !), 5 una stringa di liquirizia,10 una bustina di castagnaccio,  20 lire per le figurine…..
Noi che la domenica giocavi  a quattro cantoni della pesa in piazza solo se andavi a messa;
Noi che giocavamo con le figurine panini: ai colori, alle lettere, alle squadre…
Noi che giocavamo col trenino Lima, che l’altra marca (Rivarossi ?) era troppo cara….
Noi, alle elementari, quando il “maestro” era il Maestro e in quarta si facevano cose che oggi neanche in terza media…
Noi, a scuola col grembiule nero e il colletto bianco…
Noi, che “passavamo a prendere” l’amico (niente msg nè cellulari)….
Noi che rubavamo i soldi dal borsellino di mamma per andare sulle autoscontro
E la pallina legata ad un cerchio che si infilava nella caviglia? Ancora ne ho i segni…..
Noi che ci massacravamo il polso cercando di far rimbalzare le palline clic – clac il più a lungo possibile…
Noi che si era diventati grandi quando potevi portare i pantaloni lunghi tutto l’anno…
Noi che avevamo poco ma ci bastava!
Noi che la Barbie…sì vabbè, insomma che noia..le devi solo cambiare di abito
Noi che la vecchia bambola la vestivamo con i nostri vestiti da neonato e la coccolavamo, la imboccavamo come un neonato vero
Noi che ci regalavano una bambola bellissima ma non si poteva toccare altrimenti si rovinava.
Noi che non si dormiva la notte per la contentezza se il giorno dopo si andava al mare
Noi che ci veniva la febbre per le scottature perchè le creme non esistevano e figuriamoci se ci si metteva la maglietta…..
Noi che mettevamo nel forno le stoviglie che tua madre voleva farti asciugare ogni giorno.
Noi che mettavamo i piedi bagnati nella stufa economica per farli asciugare.
Noi che provavamo a frenare in discesa la bici con il piede, senza freni, e ci sfracellavamo contro il muro….arrivava tuo padre e ti dava il resto!
Noi che bruciavamo al prato i copertoni e venivano i grandi e te li facevano spegnere con i piedi…
Noi che non avevamo paura di niente, neanche delle botte.
Noi che avavamo le bande in base ai cortili e ci si faceva la guerra con bastoni e frecce ricavate dagli ombrelli
Noi che i lacci non erano “firmati” ma semplicemente di liquirizia.
Noi che lo yogurt era in quel bel vasetto dello YOMO ed era rigorosamente bianco.
Noi che giocavamo a palla prigioniera.

Noi che…

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