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G’HÓ MIA OJA (NON HO VOGLIA)

G’hò mìa òia” – non ho voglia – è un’espressione simpatica dai molteplici significati, da quelli concreti a quelli metaforici. Con l’arrivo del caldo, qui da noi di solito un po’ afoso, ma quest’anno decisamente esagerato, è capitato spesso di sentirci stanchi e perciò di non avere voglia di fare neppure le piccole incombenze quotidiane. Sudando ad ogni minimo movimento la percezione della temperatura alta e quindi della stanchezza aumentava pesantemente oltre il reale. È stato dunque normale per molti non avere voglia di alzarsi la mattina, di andare a lavorare o anche solo di fare i soliti lavori casalinghi, che ora con il fresco si svolgono più volentieri. In ogni stagione comunque ci sono motivi (o scuse) per cui “sa g’ha mìa òja”, ma ci si deve sforzare, per senso del dovere o per necessità improrogabili. In generale nei cambi di stagione, soprattutto a chi è meteoropatico, subentra quella”malaòja” che fa desiderare di stare sul divano al calduccio, o all’ombra al fresco, a seconda del periodo. In certi casi questa poca voglia si riferisce a un malessere fisico, per esempio acciacchi e dolori che man mano passano gli anni aumentano velocemente e limitano capacità di movimenti e resistenza; ma più di frequente è un malessere psicologico, per questo più sottile e meno riconosciuto o riconoscibile, tuttavia non meno importante! Quante volte invece dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco, ed ecco che, soprattutto noi donne, tuttofare, dobbiamo e sappiamo trovare forza e voglia! Una volta le nostre mamme non avrebbero esitato a dirci senza tante smancerie: “quate bàle!” Tranne casi rari, infatti, loro non potevano permettersi di mostrare stanchezza, men che meno pigrizia! Riposavano solo quando stavano proprio male, anzi, a volte neppure in quelle occasioni, perché i bisogni della famiglia erano compiti a cui dare sempre priorità, frutto di una rigida educazione. Anche gli uomini avevano un forte senso del dovere per il proprio lavoro, ma a casa potevano permettersi di riposare, farsi servire in guanti bianchi e rimandare piccoli lavori, se non ne avevano voglia, per quella mentalità maschilista ancor oggi non del tutto superata.

Ornella Olfi

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