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Folkstone – Oltre… L’Abisso

Tracklist:
1.    In Caduta Libera
2.    Prua Contro il Nulla
3.    La Tredicesima Ora
4.    Mercanti Anonimi
5.    Respiro Avido
6.    Manifesto Sbiadito
7.    Le Voci Della Sera – ft. Chris Dennis
8.    Nella Mia Fossa
9.    Fuori Sincronia
10.    Soffio di Attimi
11.    L’Ultima Notte
12.    Ruggine
13.    Tex
14.    Oltre… L’Abisso
15.         Frammenti (Acoustic Version) –
              ft. Fidel Fogaroli

I Folkstone sono un gruppo  bergamasco composto da nove membri, formatosi una decina d’anni fa e diventato uno degli esponenti maggiori del folk metal italiano, ma che album dopo album acquista un discreto successo anche tra gli ascoltatori europei e internazionali.
Il loro stile si basa su un folk metal che, soprattutto nei primi due lavori, è debitore di ensemble come In Extremo o Schelmisch.
Il prodotto è comunque molto personale e originale, caratterizzato dall’uso di strumenti come arpa e strumenti a fiato tradizionali, soprattutto cornamuse autoctone del territorio orobico. Dopo un esordio grezzo come “Folkstone”, dal quale ormai sono passati sei anni, e un ancora migliore “Damnati Ad Metalla”, la band ha dato una svolta di sound notevole nel terzo lavoro, “Il Confine”, che è stata ulteriormente confermata con il quarto, “Oltre… l’Abisso”, uscito a inizio novembre rigorosamente autoprodotto e in parte finanziato dai fan che hanno acquistato a scatola chiusa il prodotto di Lore e compagni.
Lo scorso “Il Confine” aveva segnato, come già detto, un’evoluzione del sound della band, meno legato alle cornamuse, a volte più catchy e in generale meno goliardico e più profondo.
Sulla base di questi pretesti, che avevano reso l’album un vero e proprio capolavoro, si basa questo nuovo disco, che si presenta come il naturale successore del precedente.
La prima caratteristica che salta all’orecchio è l’importanza data ai testi – scritti tutti da Roby, tranne tre brani che portano la firma di Lore, molto profondi, introspettivi e con una metrica che si incastra spesso alla perfezione con le ritmiche delle canzoni. Questo si può notare in tutte le tracce, in particolare in “Le Voci della Sera” , in cui Lore tra le note cela un vero e proprio racconto e nel quale figura uno dei due ospiti di questo lavoro, ovvero il violinista Chris Dennis che compare in occasione del finale nel quale “gioca” con il suono acre delle cornamuse, per un brano che è uno dei migliori del lotto. L’altro ospite è il pianista Fidel Fogaroli, presente nella versione acustica di “Frammenti”, emozionante traccia presente ne “Il Confine”. La riproposizione piano-voce non raggiunge i picchi dell’originale, ma è comunque da pelle d’oca, grazie anche all’ottima prestazione del musicista, caratterizzata da un tocco jazz molto personale. Il singolo apripista di questo lavoro è “In Caduta Libera”, pezzo ben construito, orecchiabile e diretto come nella migliore tradizione dei primi Folkstone, sebbene qui si mostri tutta la maturità acquisita dalla formazione negli anni. Su alti livelli si mantiene “Mercanti Anonimi”, in cui risaltano il duetto Roby-Lore e un’introduzione tipicamente folk. “Fuori Sincronia” alterna riff ispirati a un’arpa integrata in modo intelligente alle sonorità tipicamente metal della sei corde. Il ritornello è orecchiabile ma per nulla scontato, per un altro pezzo che rientra tra i migliori dell’intera produzione, con la sezione centrale che è tra i passaggi più intensi dell’album. Qui si denota l’ottimo lavoro del chitarrista neo-entrato Luca, notevole in tutte le tracce e il drumming come sempre ispirato di Edo.
L’unica ballad, ma neanche troppo, è “Soffio di Attimi”, con il fraseggio di cornamuse del ritornello che rientra nella categoria dei più belli sentiti in questo lavoro e in generale prodotto dalla band, che fin dall’esordio crea un sound basato sull’intreccio tra la voce di Lore e il suono dello strumento a fiato.
Sul finale dell’album sono notevoli anche “L’ultima Notte”, brano tipicamente folk con riff taglienti smorzati in parte dall’arpa, e la title-track, degna di portare il nome dell’album con una sezione ritmica a tratti malinconica che sfiora la perfezione. 
Altra canzone molto ispirata è “Nella Mia Fossa”, la più veloce e probabilmente composta prevalentemente per essere urlata ai concerti.
Purtroppo non mancano pezzi sottotono, come “Prua Contro Il Nulla” e “Respiro Avido”, simili tra loro e troppo piatte, con la prima caratterizzata però da un’outro interessante, “Ruggine”, che ha tutta l’aria di essere un filler, e “Manifesto Sbiadito”, che nulla aggiunge e nulla toglie all’economia dell’album. Non mancano i due topic ormai fissi da Damnati Ad Metalla in poi negli album della band: sono presenti infatti sia la cover di un pezzo storico della musica italiana, con “Tex” dei Litfiba, con una prestazione vocale tra le migliori di sempre di Lore che stravolge il pezzo originale pur mantenendo un filo conduttore con esso, sia il pezzo dedicato ad un personaggio importante ma poco conosciuto nella storia di Bergamo e delle sue valli.
Il brano in questione è “La Tredicesima Ora”, secondo il parere del recensore il migliore del lotto, dedicato a Cornelia “Mimma” Quarti, donna che partecipò in giovane età alla Seconda Guerra Mondiale e alla Resistenza per poi emigrare in America e intraprendere la carriera scientifica. La traccia, musicalmente parlando, è molto carica e curata con sovraincisioni e com’è solito in essa si denota una grande prestazione vocale da parte di Lore, che ad ogni album presenta ampi miglioramenti, pur mantenendo il suo inconfondibile timbro.
Nel complesso, “Oltre… L’Abisso” è l’album più introspettivo dei Folkstone, anche se c’è il sentore che la band sia in continua evoluzione. Non siamo sugli stessi – altissimi – livelli de “Il Confine” per via di alcuni brani, ma la qualità è comunque sopra la media generale, e probabilmente con tre o quattro pezzi in meno ci saremmo trovati davanti ad un altro capolavoro. Nessun rammarico, però, per un altro album tutto da godere da parte di questi validissimi musicisti orobici. Voto 8.

Carlo Chiesa di Bergamo

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