A volte, come uno specchio
che non riflette nulla, freddo e bianco,
un foglio di carta di fronte a me
sembra guardarmi, osservarmi dentro,
come in attesa che io lo carezzi con la penna, come a dirmi; che aspetti a scrivere
sulla mia superficie candida,
scarabocchia se vuoi.
Ma nulla mi ispira, niente viene a me,
allora mi dico…
Perchè per forza, perchè obbligarmi, obbligarti?
No, oggi preferisco lasciarti intatto,
bianco, candido e libero come sei.
Immortalato come una nube grande
e compatta, che poco a poco si scompone,
si scioglie come un velo di neve al sole
e si perde in tanti disegni
tra i quali si apre ed appare dolce
l’azzurro tenue del cielo sottostante.
Enrico Savoldi
