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FIAT 500 JOLLY GHIA… THE ITALIAN BEAUTY!

Era il 30 Ottobre 1957, quando al salone dell’Automobile di Torino la camaleontica Fiat 500, vettura che ha motorizzato l’Italia del dopo guerra si apprestava a cambiare pelle e forma pur rimanendo sempre fedele a se stessa. Semplice, bella come poche e robusta come un soldato spartano.


Questa volta sarà la carrozzeria Ghia a rielaborare la piccola torinese, creando un’icona assoluta ancora oggi copiata, ricercata ed imitata come poche altre vetture.
Siamo in un periodo storico meraviglioso per la nostra bella penisola, i tempi duri della guerra sono alle spalle, in pieno boom economico e il genio italiano in campo automobilistico si sbizzarrisce. Negli anni che vanno dalla fine dei 50 sino alle soglie degli 80, saranno create auto uniche, linee senza tempo, insensibili al passare degli anni e delle mode.


Erano i tempi d’oro dei piccoli carrozzieri, che non senza fatica davano luce a creazioni magnifiche, pronte ad illustrare l’italianità in giro per il mondo. Giacinto Ghia e i suoi collaboratori erano fra i principali artefici di questi grandi successi, unitamente ai tanti grandi nomi che popolavano lo scenario italiano della produzione in piccoli lotti di vetture fatte a mano.

Frua, Vignale, Francis Lombardi solo per citare alcuni. In Italia per diventare Senatori a vita si deve aver: “Illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.


Io credo che certi designer abbiano davvero reso celebre, unico e apprezzato il nostro paese, grazie alle loro magnifiche creazioni. Certe auto sono opere d’arte, eterne, incantevoli oggi, come 50 anni fa, così come fra 200 anni. Penso a Marcello Gandini con la sua Lamborghini Miura o a Sergio Scaglietti, con quella che a mio avviso è l’auto più bella di sempre: la Ferrari 250 LM.


La perfezione non è di questo mondo, è vero, ma alcune creazioni dell’uomo ci si avvicinano tremendamente. La 500 Jolly Ghia prima serie nacque appunto nel 1957, sulla base della 500 N.
Veniva eliminato il tetto e le portiere, le fiancate posteriori venivano abbassate.
I sedili per questioni di praticità erano in vimini, materiale resistente alla corrosione.


A colpo d’occhio l’impiego di questo materiale li rendeva bellissimi da vedere. La linea della vettura era poi percorsa da manicorrenti per agevolare la salita e la discesa dei passeggeri.
Rimaneva comunque una quattro posti ed anche lo spazio per i bagagli era immutato.
Originariamente la vettura nasceva senza tetto, completamente aperta.


Per ragioni di praticità veniva montato aftermarket un tendalino per proteggere dal sole, dato l’impiego quasi esclusivo in località marittime nel periodo estivo.
Divenne l’auto di punta degli albergatori di lusso che la usavano come tender per portare in giro i loro clienti. Ebbe un grandissimo successo commerciale, fu anche esportata negli Stati Uniti dove montava dei particolari fanali anteriori che le conferivano un aspetto davvero buffo, in quanto sporgevano dalla carrozzeria.


Motore, cambio e ciclistica erano i medesimi della vettura di serie. L’enorme successo, fece si che nacque anche la meno conosciuta versione “Thailandia” su base 500 F, fatta per ovviare alla grande richiesta. Quest’ultima risultava molto più veloce da produrre, così si poteva vendere più unità in minor tempo. Se la volete oggi servono circa 100.000,00 €, ma attenzione alle copie non dichiarate come tali. Se per caso nel leggere l’articolo, a voi come me, è tornato in mente il suono del clacson che il grande Gassman pigiava in continuazione nel film “Il sorpasso”, allora è proprio l’auto che fa per voi !!!!
Antonio Gelmini
Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com

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