L’inizio del mese di agosto corrisponde all’inizio del tartassamento (naturalmente benevolo) da parte di mia moglie, riguardo le vacanze estive. Quando un nostro parente o amico ci saluta per raggiungere i vari siti di villeggiatura, lei comincia con il solito disco: “Hai visto? Tizio è partito per il mare, Caio per la montagna, Sempronio per le Isole Mayo’ Mayo’, e via discorrendo.
Quando vedo in televisione quelle interminabili colonne d’auto sotto il sole, provo un senso di angoscia e anche un po’ di compassione; mi sorge spontanea una domanda: “ma perché le persone (anche potendo scegliere un altro periodo dell’anno, ho parlato con gente che non avevano esigenze imposte dal lavoro), vanno ad ammucchiarsi in agosto, nei vari territori di “svago” spendendo molto ma molto di più rispetto ad un altro periodo dell’anno?”
Sospetto (non ne sono certo) che sia perché così fanno tutti, si tende a seguire la massa per non rimanere fuori dal conformismo popolare. Quando si rientra dalle vacanze, bisogna raccontare agli amici delle straordinarie peripezie accadute (il più delle volte, solo nella nostra testa), bisogna stupire i nostri interlocutori con leggendari racconti, altrimenti che si è andati in vacanza a fare?
Per chi invece ha avuto la fortuna o la saggezza di passare il Ferragosto a casa, gli eventi attorno a noi, sicuramente non sono mancati. Da qualche anno a questa parte, noi (io e mia moglie, la quale ha “fortemente insistito” nel rimanere ai domiciliari), partecipiamo con sempre accresciuta soddisfazione alla Sagra di San Rocco di Isorella.
Per “partecipiamo” intendo dire come buongustai, d’altronde è così che si entra nel merito di una festa: assaporando tutti i piatti tipici del territorio, ma non solo, perché la Sagra di San Rocco di Isorella, ha il grande pregio di allietare i partecipanti, dopo la suggestiva cena lungo il Naviglio, con spettacoli musicali a tema. Penso di interpretare il pensiero della maggior parte delle persone nell’affermare che il più atteso (senza nulla togliere agli altri eventi) è: Naviglio in Canto, concorso canoro per Isorellesi over 45 anni. Anche quest’anno la manifestazione canora è stata presentata dal simpaticissimo ed istrionico Luca Riva (direttore di Radio Bruno Brescia), le sue gag hanno fatto sorridere il pubblico e messo a proprio agio i cantanti i quali sono stati di una bravura tale da emozionare fino alla pelle d’oca (ed essendo in agosto, non è cosa da poco).
Non mi vergogno nell’affermare che ho trattenuto a stento le lacrime dall’emozione al termine di diversi brani: essendo seduti in prima fila, vicinissimi al palco, io e mia moglie abbiamo potuto percepire il massimo di quanto i cantanti volessero trasmettere. Il vincitore assoluto e indiscusso, oserei dire Trionfatore della manifestazione canora è stato il Signor Luigi Zorzi che si è aggiudicato il 1° premio tra i ventuno solisti in gara, portando un brano di Jimmy Fontana: “La nostra favola”.
Mai avrei potuto immaginare che il mio amico Luigi potesse tirar fuori una voce tanto potente, limpida, impostata e profonda; al termine dell’esibizione io e mia moglie ci siamo guardati stupefatti da tanta bravura e gli scroscianti applausi del pubblico hanno sottolineato il nostro pensiero.
La seconda serata del concorso è stata dedicata ai duetti e terzetti; mi ripeto nel dire che sono stati tutti bravissimi, ma a vincere sono stati Luigi Zorzi (bissando il successo della serata precedente) assieme alla sorprendente Signora Giada Adorni (che ha cantato parte del testo in inglese) di Perfect, stupenda canzone di Ed Sheeran, e qui l’emozione è stata grandissima e ha toccato l’apice quando Luigi l’ha dedicata alla moglie Marisa (che è arrossita dall’emozione).
A fine serata Stefania (Presidente dell’Associazione Commercianti Del Naviglio) ha premiato i concorrenti delle varie categorie, la gioia di Luigi per aver vinto in entrambi i concorsi (voglio ricordare nuovamente la straordinaria Giada Adorni che ha duettato con lui) era a dir poco straripante.
(La giuria popolare, le persone presenti nel pubblico, hanno votato dando tre preferenze. ndr)
Quando Stefania gli ha consegnato un altro premio per aver allestito il palco ove si sono esibiti i cantanti, con una scenografia fiabesca, il caro amico, nonché poliedrico artista Luigi, ha trattenuto a stento l’emozione, ma i riconoscimenti per lui non erano finiti, perché sempre la simpatica Stefania gli ha consegnato altri 3 o 4 trofei (per altri diversi meriti), gratificazione che lo ha commosso al punto da fargli tremare la voce nel ringraziare tutte le persone che lo hanno aiutato nel raggiungimento di tali obiettivi.
Voglio sottolineare una frase che la Presidente Stefania ha piu volte rimarcato: “questo è un concorso canoro, non una gara: tutti i partecipanti sono vincitori, perché hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, con simpatia, ironia, mantenendo sempre tra loro una grande familiare amicizia, questa deve sempre rimanere l’anima del Naviglio in Canto”; parole queste che ritengo di grande saggezza. Naturalmente un particolare ringraziamento va alla Signorina Valentina, maestra di canto (dotata di una voce eccezionale) che fin da aprile ha insegnato ai partecipnti il concorso, come modulare al meglio la voce.
Una menzione d’onore va al simpaticissimo Emilio Figaroli, conosciuto da tutti gli Isorellesi, un agricoltore showman, la cui umiltà e intelligenza sono al di sopra di ogni descrizione, autore dell’inno che ha chiuso le due serate canore, dedicato con orgoglio e amore alla sua Isorella, la potenza della sua voce ed il toccante testo, hanno fatto vibrare il cuore di tutti noi presenti.
Mi scuso se ho omesso di nominare il nome di altre meritevoli persone, ma lo spazio non è illimitato ed ho cercato di concentrare al meglio nelle mie esili capacità.
Concludo nell’affermare che alla Sagra di San Rocco di Isorella, io e la mia cara moglie, abbiamo passato un Ferragosto che nulla ha da invidiare alle più affollate mete turistiche, e chiudendo questo semplice mio racconto, riporto un aneddoto che il bravissimo presentatore Luca Riva ha voluto sentitamente raccontarci scendendo in mezzo a noi spettatori: da ragazzino era timidissimo e quando gli è toccato di intervistare il suo primo personaggio famoso (Eugenio Finardi), era terrorizzato al punto che pensava di non riuscire neppure ad aprire bocca; un suo caro amico gli disse queste testuali parole: tu pensa che anche Finardi caga, e perciò è umano come tutti noi, quindi bando alla paura e parlagli come fosse un tuo conoscente. Il succo di queste parole si può sinteticamente così concentrare: ognuno di noi, di qualsiasi ceto ed estrazione sociale è IMPORTANTISSIMO !!
Giordano