Tanto tempo fa mi è capitato di leggere un articolo interessante in una rivista di teologia. Un giornalista bulgaro intervistava una donna appartenente alla comunità cristiana copta in Giordania. Tra l’altro le ha chiesto come fanno a riconoscersi tra loro i cristiani, visto e considerato che non c’è differenza nell’abbigliamento tra cristiani e musulmani.
La risposta della donna è stata breve e chiara:
-Ci guardiamo negli occhi e ci riconosciamo.
E meravigliata: la domanda le sembra inopportuna. Perchè devono chiederle una cosa, che si capisce da sè? Il giornalista, all’inizio rimane sconcertato e la guarda senza capire, poi si accorge che è sincera, schietta, non c’è traccia di ambiguità e equivocità nelle sue parole.
E all’improvviso capisce.
La sua conclusione era, che non si tratta di qualcosa che si può esprimere con le parole, si può solo percepire. Ed io penso, quanto è bello, che esistono da qualche parte del mondo persone, che prima di testimoniare la loro fede con parole e opere, testimoniano con lo sguardo.
Non per caso dicono, che gli occhi sono la finestra dell’anima, e quando dentro c’è luce esce fuori ed irradia tutto intorno.
Darina Naumova
