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FAVOLA PER BAMBINI MOLTO STANCHI

Ci sono amori che aprono spazi ed altri che questi spazi li riempiono. Amori che spalancano finestre, facendo entrare il vento, la neve; altri che si preoccupano solo di proteggere, di tenere al riparo dalle intemperie. Quanti amori attraversano le nostre vite? Amori che ci devastano e amori che ci accudiscono. Quante volte ci troviamo di fronte a una scelta? Come quella di Lidia, la protagonista dell’ultimo romanzo della mia amica Chiara Gamberale, divisa tra due uomini, Pietro e Lorenzo, e tra due mondi che sembrano in qualche modo ricalcarli: un Sud poco avveniristico e poco efficiente e la città d’origine, una Roma vibrante, ma caotica, disorganizzata. Lidia si muove in bilico, ora guidata dalla ragione, ora strattonata dai capricci del cuore, in cerca della sua equazione. La scelta di Lidia è il dilemma di molte donne: meglio l’”uomo roccia”, Lorenzo, quello solido, affidabile e prevedibile, con il quale pensare di poter costruire una famiglia, o l’”uomo poeta”, Pietro, affascinante, sfuggente, ma che riesce a far vibrare le corde più profonde dell’animo? A uomini come Pietro, ambivalenti e inaccessibili, che sembrano nascondere un mistero, permettiamo di colare negli interstizi delle mattonelle, nelle crepe dei muri, non con l’intento di colmare o livellare, ma con la voracità di un’infiltrazione. Aspettiamo per ore telefonate che non arrivano mai e perdoniamo silenzi nell’attesa di una resurrezione emotiva capace di ripagare in un solo istante qualsiasi frustrazione. Agiamo in nome dell’amore, del sentire di appartenere a quello sguardo, come se in un’era primordiale le nostre essenze fossero fuse insieme. Lavoriamo incessantemente per ricongiungerle, costruendo il nido di cui siamo convinte abbiano bisogno. Ma è proprio su quel nido che i dubbi s’insinuano: prima di mettere al mondo dei figli, la genetica, con tutto il suo rigore razionale, bussa alla porta del cuore, e l’uomo roccia, energico e premuroso, che risponde ai bisogni primari, prende il sopravvento sull’uomo poeta. Ci riporta al mondo concreto delle bollette da pagare e delle scadenze da rispettare, e in quel mondo lì non c’è posto per la poesia, per le fantasie di un universo sospeso e immateriale. In quel mondo lì, la ragione vince sul cuore. Quando sono stata a Roma a trovare Chiara, la città dove è ambientata buona parte del romanzo, e passeggiavo nel suo mondo poco rigoroso ma abbastanza tecnologico, che sembrava quasi aver perso il contatto con le sue origini, riflettevo su quanto la ragione possa spingerci lontano dalla nostra essenza. E mi tornava in mente un’immagine di me adolescente tormentata, davanti a un compito di matematica, distratta da ben altre questioni numeriche. Quanti siamo nel mondo? C’è qualcuno là fuori in grado di riconoscere il mio sguardo? Di varcare la porta della classe per portarmi via da queste regole che fatico a comprendere e da queste equazioni che non tornano mai? “Ripartiamo da zero”, vorrei dire a quella persona immaginaria. Perché lo zero è il numero più affascinante. A seconda della sua posizione, può indicare un vuoto o un’assenza, ma anche moltiplicare decine di volte un valore. Zero è anche il risultato dell’equazione di Dirac, una delle più affascinanti della fisica quantistica. Secondo i suoi studi se due particelle interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separate, non possono più essere descritte come due entità distinte perché tutto quello che accade a una continuerà a influenzare il destino dell’altra, anche ad anni luce di distanza. Se esiste un’equazione in amore, non necessariamente è uguale per tutti, ma finché aspettiamo che sia qualcun altro a scriverla per noi, difficilmente ne verremo a capo. Ecco una lista di ragioni per cui ADESSO di Chiara Gamberale mi è piaciuto. Caratteristiche che possono essere coordinate oppure no, è lo stesso (credo): • Mentre lavoravo mi ha fatto venir voglia di leggerlo subito appena tornata a casa • Mi ha fatto venire voglia di parlarne a tante persone, di scriverne, il prima possibile, alla mia ex professoressa di italiano delle superiori • Mi ha dato quella sensazione in cui avverti di trovarti in un posto in cui non sei mai stata, un posto dove sentirti vagamente in pericolo • Oppure ricostruire una storia in cui sei stata bene, dove ti sentivi a casa, proprio lì • Ha un inizio forte, che appena ho letto ho detto “Eccola, è lei, è la “mia” Chiara” • Ha dentro qualcosa di vivo, un’elettricità • Contiene una promessa • L’ho avvertito come un suo regalo e ho sentito addosso quello che si sente mentre si incarta un dono destinato alla propria amata o a qualcuno di speciale • Mi sono trovata in connessione con i personaggi, come se fossi amica di tutti loro • ADESSO ha quel qualcosa, me ne sono accorta quasi subito, l’ho letto e mi ha fatto stare bene • Nel libro si intravede la possibilità che la carriera si concili con l’amore, io che invece ancora sono una non proprio seria nei rapporti ( ho una dichiarazione fortissima, un’idea fissa per dirla come dicono quelli che fanno yoga: l’amore non esiste, è un’illusione). E’ che ci vuole la persona giusta e non è che si trovi in una scatola di montaggio. • Gli eventi si muovono a favore di qualcosa che mi ha fatto provare quel brivido che in genere è l’inizio di qualcosa di bello • Io credo nell’Adesso. Credo ancora in quello spirito che spinge la gente a mettersi in gioco senza mediazioni, ad incarnare le più accese contraddizioni ma senza rinunciare all’azione, al di là di ogni possibile definizione e giudizio. Credo nelle cicatrici, nei silenzi, nei lividi, nei drammi, nelle rotture, nel Bene. Credo negli Altri. Alle storie che non conosco, nascoste nelle auto ferme al semaforo. Nelle finestre con le luci accese di notte. Credo in chi ancora cerca una strada. Non credo in chi le strade le distrugge. Credo nei doveri di ciascuno e credo nei diritti uguali per tutti. Non credo agli eroi, alla perfezione, agli sconti, ma credo al sudore, alla fatica, alle conquiste. Credo in chi lotta per i diritti degli altri. Credo nel potere delle parole, nel loro peso, nella loro bellezza. Credo in chi ha perso la vita pur di non perdere le parole. Credo nella storia che dovrebbe insegnare a tutti a non ripetere gli stessi errori. Credo nella famiglia, quella da cui tornare ferita per cercare conforto, quella che non ti giudica, che ti abbraccia quando sei triste, che ti nutre quando hai fame, che ti copre quando hai freddo. Credo che questa sia l’unica definizione di famiglia possibile. Credo negli Esseri Umani. Quelli che hanno il coraggio di essere umani. Buona Estate a tutti. Un abbraccio ovunque voi siate, non fatevi mancare un po di musica e un buon libro e abbiate la forza di sorridere. Vostra & Piccola, Ju. Potete seguirmi su Facebook sul mio profilo privato La Ju Franchina, sulla mia pagina pubblica @IoLaJu o leggere tutti i miei articoli sul mio blog a questo indirizzo: alegraaa.blogspot.it

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