Ieri ho pianto così tanto che mi sembrava di soffocare. Avevo rimorsi, ricordi e problemi non detti.
Ho pianto in doccia, sperando che la musica coprisse il dolore delle lacrime.
Ho pianto in camera, coprendomi la bocca quando un singhiozzo rischiava di farsi sentire.
Ho riso guardando il mio riflesso nello specchio, con gli occhi troppo spenti e quelle guance così rigate dalle lacrime.
Ho asciugato gli occhi quando ho sentito i passi di mia mamma, così vicini alla porta, che rischiavano di entrare in camera.
Ho nascosto a me stessa il dolore, negando mostri che mi uccidevano dentro.
Ho pianto la notte ripensandoti.
Ripensando a come ti ho perso; ricordando le cose che non ti ho mai detto e tremando capendo di dover vivere senza di te.
Ho pianto guardandomi allo specchio, perché mi faceva ribrezzo la figura che vedevo.
Ho pianto negandomi il cibo e ho pianto nel provare un vestito.
Ho pianto nel prendere conoscenza che tra poco è estate e che dovrò mostrare il mio corpo.
Ho finto una risata quando stavo per crollare e ho finto una risata quando ero sul fondo.
Mi sono sentita mancare l’aria quando ho capito che la mia vita stava lentamente cadendo a pezzi.
Ho pianto guardando quello che sono ora e vedendo le parole riecheggiare in testa: delusione.
Ho pianto ricordando quelle frasi.
Eppure, questa mattina, sono scesa dal pullman con il solito sorriso stampato sul volto, nascondendo, ancora una volta, quello che ho dentro.
E nessuno si accorge di niente, perché i tuoi problemi non interesseranno mai a nessuno.
“Zitto e nuota, nuota e nuota. Zitto e nuota e nuota e nuota”
Dory, Alla ricerca di Nemo
Valeggi Eleonora