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ELOGIO DI UN’ABITUDINE

Chiunque sia in attesa di una lettera d’amore (e spero capiti a tutti) si riconoscerà nella descrizione fatta dalla scrittrice Edith Wharton: “La prima occhiata per vedere come comincia, la seconda per vedere come finisce, una prima lettura con fiato sospeso, il lento indugiare su ogni frase: infine la scelta di quella che resterà in cima ai pensieri per tutta la giornata, squisito accompagnamento alla scialba prosa dell’esistenza”. Potrebbe procurare tanto piacere una telefonata? Mi deprime che il telefono stia sostituendo le lettere, che scrivere stia passando di moda. Certo, adesso la gente – sia gli innamorati che i familiari o gli amici, e soprattutto i giovani – telefonano più spesso di quanto scrivano. Sostengono di non avere mai tempo di scrivere: sono troppo indaffarati, troppo stanchi. E’ tanto più sbrigativo e più facile telefonare. Ma attaccarsi alla cornetta è un’operazione penosamente transitoria. E sei il telefono fosse già esistito nei tempi biblici? “Pronto? Sono Paolo. Sì, Paolo l’Apostolo. Parlo con i Corinzi? Bene. Allora fare attenzione. La carità non si adira ed è paziente. Ripeto: paziente. Mi sentite bene? La carità non si vanta, non si gonfia….”.

Si impiega più tempo e più fatica a scrivere una lettera che a telefonare, ma secondo me, il piacere procurato da una lettera è molto più grande. Una madre mi ha detto: “Un tempo mio figlio mi scriveva tutte le settimane: adesso mi telefona sempre. Mi piace sentire la sua voce, ma sono conversazioni così brevi… Prima, invece, leggevo e rileggevo le sue lettere per giorni e giorni…”.

Alcuni affermano di telefonare solo perché trovano difficoltà ad esprimersi sulla carta. “Le lettere sono èpiù soddisfacenti” ammette una mia amica “ma mi si blocca la mente nel momento in cui mi trovo davanti a quel foglio di carta bianca”. Altri preferiscono non scrivere per prudenza. In quest’epoca di bicchieri di plastica da usare e gettar via, di fazzoletti di carta da buttare, di relazioni umane da buttare, una lettera invece dura nel tempo. C’è il periodo di dover render conto in un futuro… Il telefono non è il solo modo per evitare una lettera. Esiste un sorprendente assortimento di cartoncini augurali già stampati, di biglietti di condoglianze, di cartoline per qualsiasi occasione possibile e immaginabile. Qualunque messaggio vogliate inviare, la cartolina lo dirà per voi. E’ tutto un gran supermercato della comunicazione. Ma Giuseppina si sarebbe mai commossa se Napoleone le avesse scritto una cartolina postale con frasi tipo “Saluti da Austerlitz. Me la passo bene. Vorrei fossi qui anche tu”? Se l’arte di scriver lettere si perderà, sarà davvero molto triste. Niente può eguagliare la gioia donata di una bella busta, piena di bei fogli vergati con amore da una calligrafia che ci è cara.                Christina H. 

Articolo tratto da “Selezione” – Anno 1977 

Che tempi! Belli per chi li ha vissuti… (non c’era ancora il telefonino….)

Nonna Grazia.

 

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