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E’ FINITA, CI SIAMO STANCATI!!!

Un titolo suggerito anzi, che dico, letteralmente scopiazzato da una vetrina di un negozio che rende bene l’idea di come il commercio dei piccoli/medi commercianti sia allo stremo, al limite della sopravvivenza. I Centro Commerciali prima, gli acquisti on-line ora e chissà quale altre diavoleria ci aspetta in futuro, sta di fatto che i negozi, con le spese fisse sempre più alte (vedi registratore di cassa elettronica, connessione internet obbligatoria in negozio per la trasmissione telematica, affitto, luce, gas, tasse varie e chi più ne ha più ne metta, stanno morendo. I paesi stanno diventando dei veri e propri dormitori, ormai si fanno gli acquisti dal divano di casa e a circolare sulle strade una miriade di corrieri con una media di 150 consegne al giorno. Eppure non possiamo nemmeno accanirci contro chi utilizza questo metodo di acquisto: ognuno di noi lo ha fatto almeno una volta e il risultato qual’è? Costa meno, non devi sbatterti a prendere l’auto e cercare un parcheggio che non c’è, sei certo che scegli il prodotto con le caratteristiche che ti piacciono ed in più, se proprio ti trovi scontento può rispedirlo al mittente senza spendere un centesimo. Cosa volere di più? Ma ciò che si contesta è la tassazione: è risaputo che per una partita IVA la tassazione è dal 65% in poi e per un Amazon di turno che fattura in chissà quale paese con una tassazione del 15% o comunque ben al di sotto del 65% il gioco è fatto. In fin dei conti non è l’oggetto che acquistiamo che costa di più da un negozionate ma tutto ciò che lo stesso deve sottostare in materia di tasse.
Non si tratta di CONCORRENZA SLEALE?
Internet è una splendida vetrina sul mondo ma ha anche decretato la nostra FINE! I commercianti ripetono tutti lo stesso ritornello desolante: «Purtroppo i centri commerciali e le vendite via internet ci stanno uccidendo». E allora ecco che in pochi metri si susseguono le luci spente, così come i cartelli di vendita o affitto. Solo a Milano negli ultimi due anni hanno chiuso 3.555 attività commerciali e non è finita.
La soluzione? Che i prezzi on-line si discostino di poco da quelli dei negozi e che l’utente possa valutare la sua scelta non solo dettata dall’ampia diversità di prezzo. Solo così si può salvare il commercio italiano dallo sfacelo in cui si trova e chissà… magari ci rincontreremo nelle piazze salutandoci con una stretta di mano e scambiandoci due parole, cosa che accade sempre più di rado.
Gianluca Boffetti

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