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E’ del poeta il fin la meraviglia… e non solo del poeta…

Ho letto un articolo interessante: “La meraviglia è un ansiolitico naturale“. Vi riporto qui alcuni passaggi che ho trovato significativi. “Oltre la soglia della meraviglia c’è lo sbigottimento che lascia senza parole. Oltre lo sbigottimento c’è un sensazione enigmatica, sospesa tra il timore reverenziale e l’estasi. Il tempo rallenta, i confini tra il sé e il noi diventano labili, la natura spalanca la porta al trascendente. Se qualche volta vi siete sentiti minuscoli di fronte alla vastità del mondo o ai misteri della vita, allora avete provato questa emozione.  Gli anglosassoni la chiamano ‘awe’, in italiano non ha nome. In uno studio pubblicato su Psychological Science, i ricercatori hanno mostrato a dei soggetti “immagini allegre oppure sorprendentemente maestose. Chi osserva queste ultime, nei test si dimostra meno impaziente, più spirituale e collaborativo. La meraviglia attenua l’ansia per il tempo che fugge“.
Cosa ci succede quando ci sentiamo rapiti?  
“…siamo insieme delle creature individuali e sociali, api e alveari. Ecco, la natura a volte sa suscitare una meraviglia totale e spiazzante. E’ come un pulsante che scatta, portandoci nella modalità collettiva e facendoci sentire parte di un tutto. I rituali estatici, in cui il gruppo sintonizza i battiti diventando un unico grande organismo, funzionano anch’essi da interruttore. Così si spiega la potenza delle grandi manifestazioni, dei rave party, delle iniziazioni. (…) Chi parte zaino in spalla per viaggi solitari fuori dalle rotte più battute, magari non lo sa, ma è un cultore della meraviglia.”
“La meraviglia estrema non suona come un ‘wow’, è piuttosto un ‘oddio’, o meglio ancora un silenzio.” Le emozioni, generalmente, ci predispongono all’azione: “La rabbia ci prepara a combattere, il senso di colpa a chiedere scusa. Lo stupore, invece, ci congela. Tutto ciò che vogliamo è stare fermi, ad occhi spalancati. E’ una specie di emozione cognitiva, che ci apre a nuove idee, ci trasforma.”
Ha scritto Albert Einstein in  – Il mondo come io lo vedo: ‘L’emozione più bella che possiamo sperimentare è il mistero. E’ il potere della vera arte e della vera scienza. Chi non conosce questa emozione, chi non si può più fermare per meravigliarsi e sentirsi rapito, è come se fosse morto.’
E conclude così la giornalista: “Non sono solo le cattedrali più imponenti o la grande musica che compiono questo miracolo emozionale. Se si è in grado di coglierne davvero il significato, si può restare sbalorditi anche davanti alla grandiosità di una teoria scientifica, che racchiude in una formula il funzionamento dell’universo.”
Trovo bellissima questa riflessione: umanisti e scienziati, siamo tutti sotto lo stesso cielo stupefacente. La meraviglia è sotto i nostri occhi, sempre. Dobbiamo solo essere in grado di vederla e di aprirci a lei perché ci possa attraversare.
Claudia

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