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DONARE UN ORGANO È DONARE VITA

Sicuramente sarà capitato a tutti quanti di vedere, almeno in un’occasione, magari passeggiando per il centro città oppure all’interno di una galleria di un centro commerciale un banchetto di volontari sia dell’Avis che dell’Aido e, probabilmente, saremo passati accanto a loro pure un po’ scocciati senza dare troppo peso alle loro parole e avremo pensato che fossero gli ennesimi scocciatori e, invece, senza di loro qualcuno di noi se ne sarebbe andato prima del tempo…

Cosa sono Aido e AVIS?
L’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule (AIDO) nasce a Bergamo il 26 febbraio 1973 ed ha la sua sede legale a Roma.
Si tratta di cittadini che sono disposti a donare in forma totalmente volontaria, dopo la loro morte, in forma anonima e gratuitamente cellule e tessuti per essere trapianti a chi ne ha bisogno.


L’Aido è un’organizzazione che non fa capo a partiti politici, aconfessionale e aperta a tutte le etnie che non ha scopo di guadagno e su base totalmente volontaria. Naturalmente opera nel campo socio sanitario e a scopi di solidarietà sociale. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet

Mentre l’AVIS vale a dire l’Associazione Volontari Italiani del Sangue nasce nel 1927 grazie al dottor Vittorio Formentano che capisce quanto sia importante poter avere una disponibilità di sangue su base gratuita e volontaria così da avere disponibilità di sangue e dei suoi vari componenti. Quest’associazione attualmente, in tutta Italia, ha più di un milione di donatori. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet

I primi ricambi meccanici per il corpo umano
In alcuni casi, per svariati motivi, non è possibile però fare un trapianto “classico” e in questi casi ci viene incontro la scienza…ecco come tutto iniziò. Era poco più di 40 anni fa e nella sala operatoria c’era il silenzio più assoluto. Si era in trepidante attesa di sapere quale sarebbe stato l’esito dell’intervento. Per la cronaca l’intervento andò bene.


Si trattava del 2 dicembre 1982 e si stava effettuando il primo trapianto in un paziente.
Tuttavia va detto che non era un trapianto vero e proprio perché si trattava di un cuore completamente artificiale o, meglio, si stava facendo il collegamento di arteria e aorta con un macchinario composto di poliuretano e alluminio che era grande quanto un comodino e con tantissimi fili che sarebbero stati in grado di sostituire le funzioni dell’organo vero e proprio.


E fu merito di un medico statunitense, il dottor William DeVries, ostinato e ambizioso, e di un paziente il signor Barney Clark che gli diede (forse inizialmente forzatamente) fiducia e così che il primo trapianto di cuore artificiale ebbe luogo.


Chi erano Barney Clark e William DeVries?
Il paziente, Barney Clark, era un dentista statunitense di poco più di 60 anni che era affetto da un’insufficienza cardiaca congestizia, cioè il suo cuore non era più in grado di pompare sangue all’organismo e per lui non era pensabile poter fare il classico trapianto. Il medico, dottor William DeVries, era un cardiochirurgo che non aveva ancora raggiunto i quarant’anni.


All’inizio del 1982 arrivava il via libera sia dalla Food and Drug Administration sia dall’Istituto Nazionale di Salute a questo genere di operazioni. Il medico cercò così di convincere il paziente a sottoporsi all’intervento e perciò gli mostrò l’operazione su di un vitello a cui viene trapiantato il cuore e che subito dopo l’operazione si alza. L’uomo però non è ancora del tutto convinto. Lo diventerà qualche mese dopo per forza di causa maggiore dato che la sua salute peggiora e quindi si opera o muore. E così fece.


Dopo tale operazione il dottore diventerà l’ombra del dentista e, difatti, non lo lascerà solo un istante. Il dentista diventa perciò la prima persona al mondo ad aver ricevuto un cuore meccanico. È una pompa anche parecchio rumorosa.


La notizia fa davvero il giro del mondo e così all’esterno dell’ospedale (è lo Utah Medical Center) ci sono tantissimi giornalisti in attesa di notizie. Sono proprio tanti dato che in alcuni casi si parlò addirittura di 350 giornalisti appostati alla ricerca di news.


Il medico viene però accusato dall’opinione pubblica sia di essere una sorta di Frankenstein sia perché il costo dell’operazione è esorbitante dato che stiamo parlando di 50 mila dollari di quaranta anni fa!!
Il paziente tuttavia non se la passa nemmeno troppo male anche se deve passare le sue giornate in ospedale. Riesce addirittura a festeggiare il suo anniversario di matrimonio, 39 anni, attorniato ovviamente dalla moglie e dai figli.


E, così, in seguito anche all’opinione pubblica arriva a più miti consigli e si schiera dalla parte del medico. Però dopo poco più di 110 giorni, esattamente 112, a causa di un’infezione, il signor Clark muore.
Tuttavia se guardiamo solo i record si può tranquillamente affermare che sia vissuto più a lungo del suo predecessore che aveva ricevuto il primo cuore da umano ad umano.


Stiamo parlando del signor Luois Washkansky che il 3 dicembre 1967 ricevette il primo trapianto di cuore e che morì dopo soli 18 giorni dall’operazione. Ad effettuare tale operazione fu il medico sudafricano Christian Barnard e anche in qual caso le polemiche non mancarono.
Quello che è certo, o quasi, che il dottore era un grandissimo chirurgo molto valido nel suo lavoro ma altrettanto egocentrico con i media.


Il dottor Bernard prende il cuore di una signora che è in coma irreversibile e non avvisa nessuno delle sue intenzioni… è ovvio che al giorno d’oggi una cosa del genere non è pensabile però allora lo era!!
Nonostante questa e altre forzature, di strada e in senso positivo, se ne è fatta ed ora in tutto il mondo ci sono più di 20 mila le persone che possono vivere (e adesso anche parecchio) con un cuore (e non solo) trapiantato.
Monica Palazzi

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