… che avevi passato la tua vita al buio, tra le tenebre, tra ombre e figure che non avevano nulla di umano. Ti sentivi trascinato sul fondo di una laguna nera, che non avevi mai visto il sole, il chiarore di una luna. Mi dicevi che ti sembrava di annegare in un pozzo di catrame, di petrolio nero che ti entrava negli occhi e nei polmoni…
Ed ora che finalmente eri riuscito a tornare in superficie completamente coperto di ferite, ora finalmente in grado di vedere la luce e tutto ciò che quella luce metteva in rilievo davanti ai tuoi occhi…. “Non lo so”, mi dicesti, “non lo so davvero, sono confuso ma credo che quel buio mi facesse meno male di quel che vedo e te ne sei tornato indietro”.
Mi manchi amico mio ma posso capirti; non sempre il giorno è così luminoso e non sempre il buio è così oscuro e malvagio.
Enrico Savoldi
