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DEDICATO A LEI

Sessanta, settanta, ottanta… non voglio continuare, ho un brivido di paura.

Non sono semplici numeri, penso agli anni che inesorabili si accavallano. Di colpo te li trovi addosso e ti accorgi che sono tanti. Ho negli occhi le immagini tristi di una donna a me cara, la più cara, è mia madre che trascorre i suoi giorni tra il letto e la poltrona.

Ha voglia di cielo, di aria, ha voglia di uscire ma lo scivolo richiesto alla ASL per superare i gradini con la carrozzella ancora non arriva.

Vive? E che vita? E quando si inizia a morire? Non cammina più, non mastica più e ingoia con difficoltà, non sente più (quanti “più”…) e non posso più dirle quel mondo di parole d’amore che mi scoppiano dentro!

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