Capita spesso mentre distribuisco la rivista di fermarmi a parlare con clienti, lettori, persone che si trovano lì in quel momento… e mentre sorseggiamo un caffè si parla del più e del meno dei fatti che accadono ogni giorno.
E’ successo anche di trovarmi in situazioni più delicate dove qualcuno mi dicesse: ”Non avrei mai pensato di parlare con lei”. La persona davanti a me fatica a trovare le parole che spieghino quel che prova, quel che sta vivendo, cosa lo agita. Ha molti motivi per non star bene, sia fisici che psicologici, ma quel che mi colpisce è proprio la difficoltà nel dare parola. Sembra facile. Basta avere qualcuno che ti ascolti, e via a raccontare. Non è così. Spesso mi trovo davanti a persone che non sanno spiegare come stanno, che hanno un vocabolario delle emozioni molto ridotto, facendo così fatica a dare voce al proprio mondo interiore. Faticano a dire a se stessi, non capiscono quali venti agitino i loro mari, cosa abita le loro case. Sono sballottati dalle emozioni. Si sentono in gabbia, prigionieri di forze che non riescono a domare e neanche a nominare, forze alle quali non sanno dare una qualche forma. Che conquista le parole! Sono la nostra libertà. Sono consapevolezza, possibilità di condivisione, sfogo, mediazione, trasformazione. Dando parola raccontiamo a noi stessi cosa ci agita, e ci diamo maggiori possibilità di tenere la barra dritta durante la tempesta e di portare la barca in porti sicuri. Dando parola siamo meno soli, anche se affidiamo quelle parole a un quaderno che rimarrà chiuso in un cassetto. Siamo meno soli perché possiamo raccontare la nostra storia, possiamo essere ascoltati e ascoltare. Possiamo portare testimonianza, e accogliere quelle altrui. Dando parola troviamo senso, attribuiamo significati, in poche parole VIVIAMO LA VITA e scusate se è poco!
Gianluca Boffetti
