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DANIELA SARACO, IO E LA VERA ESSENZA DI ME

La scrittura è una forma di terapia. Ti permette di buttar fuori le emozioni più nascoste, più segrete, anche a noi stessi e rileggendole è possibile conoscersi meglio, scoprirsi.

È una donna dolcissima e dal cuore grande, che lei definisce di ferro, Daniela Saraco. Il suo ultimo romanzo, decisamente speciale, si intitola Come l’acqua del mare, è fortemente in grado di farci sognare ad occhi aperti , oltre che di farci riflettere – e pure a lungo- non solo su che cosa significhi davvero amare, in primis se stessi e in secundis gli altri, ma anche sul più vero e autentico senso della vita che oggi più che mai tendiamo a dimenticarci in un angolo polveroso della nostra mente.
E lei, scrittrice attenta e accorta, che ha scoperto meglio se stessa, proprio attraverso la sublime arte della scrittura, ci ha aperto le stanze della sua anima. Un’anima bella ma che ha anche molto sofferto in passato ma che oggi guarda luminosa al presente e al futuro.

Daniela, quale è stato il percorso che ti ha portato alla scrittura?
La scrittura è una forma di terapia. Ti permette di buttar fuori le emozioni più nascoste, più segrete, anche a noi stessi e rileggendole è possibile conoscersi meglio, scoprirsi. Ecco, a me è capitato proprio così. Avevo bisogno di ritrovarmi, di capire chi ero e cosa volevo, ed ho iniziato a farlo attraverso le mie povere parole. Ho riscoperto una donna meravigliosa, questo me lo dico con la consapevolezza della maturità, molto fragile ma anche molto coraggiosa.

Che cosa provi quando scrivi?
Quando scrivo sento che la parte più vera di me, la mia essenza, esce prepotentemente fuori, senza vincoli ne tabù. Ovviamente non permettiamo a chiunque di farci sfiorare l’anima ma attraverso le parole si è molto più sciolti nel descrivere e nel romanzare quali siano i nostri sogni, i nostri desideri, i nostri ideali ma anche la tipologia di amore che crediamo di meritare. Provo un senso quasi imbarazzante di verità assoluta che, spesso, nella vita di tutti i giorni non riesco a svelare. Perché non tutti riescono a percepire l’oltre.

Quando hai scritto un pensiero, qualche pagina o qualche capitolo, a chi ti rivolgi per un primo confronto?
Il mio primo confronto in assoluto sono io per capire se ciò che ho scritto mi piace, suona bene o comunque riesce a fotografare l’idea o l’immagine che voglio riportare. Subito dopo vado da mia madre, il mio pilastro essenziale.

A proposito di confronti, quando – secondo te – sono costruttivi?
Confrontarsi è un ottimo modo per mettersi in discussione, per credere o semplicemente per valorizzare, con più tenacia, le nostre idee, i nostri pensieri. Non permettere il confronto significa rinchiudersi mentalmente, non saper e voler uscire dalla propria comfort zone.

Molti poi tendono a confondere un po’ troppo le critiche con gli insulti. Tutta colpa di Internet e in particolare dei Social?
Sicuramente il mondo mediatico ha tante colpe, ma credo che il sentirsi autorizzati ad insultare qualcuno dipenda semplicemente dalla qualità delle persone stesse. Può non piacervi qualcosa, non esser d’accordo, ma questo non ci permette di inveire contro qualcuno.

Credi che siano davvero utili per farsi conoscere soprattutto per chi è alle prime armi come scrittore?
I Social aiutano a far veicolare i messaggi che vogliamo lanciare. Ma la cosa che stimola davvero l’interesse e la curiosità delle persone sono le parole piuttosto che le immagini. Dunque, il modo più pratico e veloce per arrivare è diffondere le nostre opere sui Social. Sono un mezzo di trasporto, in pratica, per tutti gli artisti.

Tu quando hai capito che era questa la strada da percorrere?
Ho capito che non dovevo fermarmi nella scrittura quando le persone mi hanno trascinato, e tuttora lo fanno, nel loro cuore.
Ringrazio sempre i miei lettori per scegliere le mie povere parole. Perché la gratitudine è uno strumento importante per far sentire l’altro complice del tuo successo e della tua felicità.

Che cosa ti senti di consigliare a una ragazza che sta per iniziare a scrivere il suo primo romanzo?
Il mondo dell’Editoria non è semplice, così come raggiungere un successo discreto. Consiglio di selezionare bene le case editrici a cui inviare gli inediti, ma soprattutto di crederci con tanta passione, perché i desideri, prima o poi, si realizzano. Parola di un cuore di ferro.

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