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CONTRABAND

Vuoi essere avvisato in anticipo dell’organizzazione di eventi, manifestazioni, rassegne, anteprime cinematografiche e film in programma nella tua zona? Manda un email a: piergiorgio.ravasio@email.it Mark Wahlberg (che ricordiamo per le sue esaltanti performance nel 2010 con “The Fighter” e per l’acclamato film drammatico di Martin Scorsese “The Departed – Il bene e il male” del 2006) veste i panni di Chris: un uomo invischiato in un mondo losco e dal quale ha deciso di redimersi mettendo la testa a posto. Ora sembra felice del suo matrimonio con Kate (la Beckinsale di “Molto rumore per nulla” nonché eroina della saga blockbuster con le sue avventure vampiresche “Underworld” e “Underworld: Evolution”) e della famiglia che si è formato. La vita di contrabbandiere sembra appartenere ad un passato più o meno lontano. Adesso il ruolo di criminale è stato rimpiazzato da quello di buon padre di famiglia, affezionato alla consorte e ai suoi teneri figlioli. Questo almeno fino a quando il giovane cognato Andy, fratello minore della moglie (la star di “X-Men” Caleb Landry Jones) si caccia nei guai mandando all’aria un lavoro architettato dal boss Tim Briggs (il Giovanni Ribisi di casa nostra, qui in un ruolo di grande equilibrio). A seguito del fallimento di questa missione e anche per proteggere la propria famiglia, Chris è costretto a tornare al suo antico mestiere (solo per una volta ancora?) per saldare il debito di Andy. Il redivivo contrabbandiere chiamerà a rapporto una serie di amici (tra cui il fidato compagno d’infanzia Sebastian, a cui dà volto il fuorilegge assassino dal sangue freddo Ben Foster di “Quel treno per Yuma”) con lo scopo di formare una banda per raggiungere Panama e poi ritornare con alcuni milioni in banconote false. L’impresa non sarà così semplice in quanto il capitano della nave (J.K. Simmons, apprezzato protagonista della trilogia “Spider-Man” di Sam Raimi), avendo conosciuto anni prima il padre di Chris, teme che quest’ultimo sia coinvolto in qualche losco affare proprio a bordo della sua imbarcazione. Il tempo a disposizione scarseggia e Chris ha le ore contate per raggiungere il suo obiettivo. Una potente organizzazione criminale che gestisce il traffico della droga in quel di Panama (capeggiata da un certo Gonzalo), gli darà del filo da torcere minacciando anche la sua famiglia. Ispirato al thriller scandinavo del 2008 “Reykjavík-Rotterdam” (una guardia di sicurezza che, senza opporre resistenza, viene risucchiata nel mondo del contrabbando dell’alcool accettando un lavoro su una nave container che parte da Reykjavkík e diretta a Rotterdam), approda ora nelle sale questa pellicola riattualizzata per un pubblico di lingua inglese. “Contraband” porta la firma del regista indipendente Baltasar Kormákur, cineasta con un taglio più per le produzioni teatrali (e lo si nota). “un’avventura. Non penso a questo film come ad un remake, ma come ad un adattamento. È come se uno avesse una storia che viene utilizzata per un altro film. La storia è universale e non ha legami particolari con Rotterdam o l’Islanda. In America il contrabbando è molto più rilevante di quanto non lo sia in Islanda”. Raccontato con linguaggio essenziale e ricalcando luoghi comuni del genere, la pellicola, nonostante le buone intenzioni, non riesce ad andare al di là di un lavoro di routine. Seppure le varie sequenze siano state ben progettate, con l’aggiunta di degna nota per la raffigurazione di una New Orleans stratificata e densa, la trama manca di suspence e tensione, facendo venir meno quella necessaria dose di adrenalina e di azione (scarseggiano le sequenze spettacolari) che rende il tutto più realistico e che assicura un alto livello di divertimento e di intrattenimento. Tutto come da copione, dunque. Anche se, ogni tanto, tornare a rivedere i film in stile anni ’80 ci aiuta a meglio valutare l’evoluzione di certi generi cinematografici.

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