Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

Condividere la maturità

Nel libro “La cura Schopenauer” di Irvin D. Yalom uno psichiatra scopre di avere un melanoma che gli lascerà più o meno un anno di vita. Si chiede allora come dovrà passarlo, e nelle sue riflessioni riprende in mano lo Zarathustra di Nietzsche: “Per quanto Zarathustra esaltasse, persino glorificasse la solitudine, per quanto richiedesse l’isolamento per poter generare grandi pensieri, egli era ciò non di meno impegnato nell’amare e nel sostenere gli altri, nell’aiutare gli altri a perfezionare e trascendere se stessi, nel condividere la sua maturità. Condividere la sua maturità: questo colpì nel segno.”
L’altra mattina, leggendo “Come io vedo il mondo” di Einstein, mi sono imbattuta in queste riflessioni: “Il valore di un uomo, per la comunità in cui vive, dipende anzitutto dalla misura in cui i suoi sentimenti, i suoi pensieri e le sue azioni contribuiscono allo sviluppo dell’esistenza di altri individui.”
E ancora, nel paragrafo Perché viviamo: “… siamo qui per gli altri uomini (…).
Ecco il mio costante pensiero di ogni giorno: la vita esteriore ed interiore dipende dal lavoro dei contemporanei e da quello dei predecessori; io devo sforzarmi di dar loro, in egual misura, ciò che ho ritenuto e ciò che ancora ricevo.” Queste parole muovono profonde risonanze in me. Anch’io sento una forte spinta -e questo giornale è una delle forme in cui si riversa- a condividere la mia maturità, a rimettere nella vita ciò che la vita mi ha donato e ciò che è frutto delle mie esperienze.
Ho bisogno di far fluire da me, di non trattenere, di mettere a disposizione. E’ un mio bisogno, fa bene a me. Ed è un bisogno, forse addirittura un istinto, di ciascun essere umano, che poi ognuno declina, più o meno, secondo le sue caratteristiche e i suoi talenti.
Dare forma all’istinto altruistico fa star bene. Nella solitudine e nel silenzio raccolgo le forze, ma poi cerco di metterle nella vita, e fondamentalmente nelle relazioni. Questo mi rende felice, è fonte di benessere.
Mi sento come nella scena finale di 8 1/2 di Fellini, che mi commuove sempre ogni volta che la rivedo: tutte le persone della mia vita sono con me, e con questo girotondo interiore che mi scalda e mi dà forza, vado nel mondo.
Veronica

Condividi