Poesie

Arriva l’autunno e come ogni anno i dementi alberi ai primi freddi si spoglian. Come vermi rimangono ignudi a far da trespoli agli uccelli rimasti. Oltre i loro scheletri s’intravedono casolari che prima le foglie coprivan; il respiro è più ampio se la vista è più lunga. Gli alberi saran

Settembre con corona di foglie dorate, le rondini portano via l’estate e spensierate giornate soleggiate. Altre rondini colmano l’aria di allegria, non sui telegrafici fili, ma sulla via verso la scuola. Con visi abbronzati, occhi traboccanti di sole, zaini pieni di speranze e sogni a colori. Buona fortuna ragazzi, buon

Nell’ora che ogni vetta diventa violetta e dondola ogni cuna, uscì la bianca luna. La luna uscì sul mare, e il mùsico usignolo, che addormiva il suo duolo sotto un dolce cantare, ammutolì: stupore gl’invase il picciol cuore. Preso ebbe il cuore, e tacque l’usignol, sì gli piacque la bianca

DA CREPUSCOLI DI SOGNI SVANITI TROPPO PRESTO, ALLOGGIAVANO IN TE, ASPETTATIVE SENSIBILI A PENSIERI RICOLMI DI SPERANZE, COME IL FORTE DESIDERIO DI PLASMARE UNA CREATURA VIVENTE, CHE POTESSE IMMAGINARE DI NASCERE LIBERA! AVRESTI AMPIAMENTE MERITATO TUTTO CIÒ, POICHE’ INDOSSAVI AMPI ABITI ZEPPI DI SENTIMENTI, COME QUEL TUO SORRISO PRONUNCIATO COME

Il ticchettio dell’orologio è la peggior musica che si possa ascoltare; ma il giorno che non la si potrà più udire, è probabile che la si voglia ancora sentire. Giordano

Risalgono arroganti, superbi, intriganti sapori antichi riportano stralci d’infanzia riannodano passato e presente. Amata malinconia desta stupore fa le braccia allargare in segno di piacere fino, intimo. Ed è nulla poi tutto ed ancora nulla il susseguirsi di gesti, eventi lemmi, emozioni sussulti, silenzi dalla forma bislacca oblunga ovale intrigante

Inutili, vani i nostri miseri sforzi umani di decifrare illeggibili segni del destino, il cammino ci porta verso piante sfarzose, nelle cui chiome frondose brillano frutti succosi, inebriante profumo che delizia l’olfatto da toglierci il fiato, ma sono proprio quelli, indescrivibilmente belli che sono mortali, tali da ingannarci ed avvelenarci,

È il garrito dei gabbiani che apre il mio giorno stamani. Mentre l’occhio si posa all’orizzonte, sull’azzurro mare calmo raccolgo piccole bianche barche che fanno ritorno verso casa. S’alza la calura sul piccolo paese arroccato sulla scogliera. I primi aitanti giovani sfrecciano coraggiosi con passo spedito sul lungomare sventolando canotte