Ci sono nella vita momenti in cui faccia a faccia con se stessi, passando attraverso passaggi obbligati fatti di scelte, opzioni, mancanze, rinunce, felicità, conquiste. Sorgono dubbi, si fanno urlanti sino a sfumare per farsi carezza della sera, goccia di mare, occhi di cielo.
Sono scorse lune, stagioni, una dopo l’altra si sono alternate, sino a giungere con lo sguardo a rigogliosi ciliegi in boccio, allo sterminato sciabordio di onde increspate.
Ondine dello stesso mare cavalchiamo passaggi ed anse. Se la vita dovesse esigere responso, porre in interrogazione in merito alla veridicità dei cammini intrapresi celere risponderei.
Se in questo preciso istante una voce osservando gesti, sacrifici, conquiste di un giorno qualsiasi dovesse dire: “Rifletti bene Milena, forse optando per altre scelte avrebbe piu’ tempo per la tua vita, spazio, opportunità”.
Poche volte le campane suonano per noi in segno di morte e di rinascita.
La mia risposta di certo sarebbe e rimarrebbe nel tempo: “Il mio tempo è il suo tempo. Il mio ora è il suo ora. Il mio domani è il suo domani. Insieme siamo nate ed insieme moriremo”.
“Vittoria:
occhi di cielo
spazi infiniti
eterno fluttuare
mare che avvolge
eterno che acquieta
istante che appaga”.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
