Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

C’ERANO UNA VOLTA… I GIOCHI DI SOCIETÀ

Sono convinto che il gioco rappresenta un componente fondamentale nello sviluppo delle capacità di un bambino, ma forse questo vale anche per gli adulti. Rende bene l’dea George Bernard Shaw che disse:
“L’uomo non smette di giocare perché invecchia, invecchia perché smette di giocare”.

Per gioco mi riferisco ai giochi di società dove, oltre a scoprire il piacere di stare insieme con famiglia e amici ci aiutava a sviluppare importanti capacità come il pensiero logico, il rispetto delle regole… insomma, uno svago sano in grado di farci crescere divertendoci.
I giochi di società, compresi quelli con le carte ma con più di due giocatori, aiutano a plasmare nuove forme mentali, anche grazie alla compagnia degli altri, e producono effetti positivi sul cervello. Difatti arricchiscono le reti neurali, ovvero i legami tra le cellule, e stimolano i neuroni a prendere contatti tra loro, accrescendo importanti “riserve” del cervello. Uno dei benefici principali dei giochi da tavolo consiste proprio nel mantenere a lungo la concentrazione, ossia uno dei pilastri per il buon funzionamento cognitivo. Grazie ai giochi da tavolo e di società vengono coinvolte la memoria verbale e la memoria visiva, che servono per mantenere in atto gli schemi di gioco, per prevedere le mosse degli avversari, per progettare le proprie mosse successive e per ragionare sullo svolgimento di questa attività.
Ricordo ancora oggi quando io con la mia compagnia aspettavamo con ansia il sabato sera per recarci al Bar Parentesi (chissà se esiste ancora, si parla di 25 anni fa), un bar dall’arredo semplice ma con una particolarità unica: dava a disposizione dei clienti una miriade di giochi in scatole. Questo di permetteva, oltre ad assaggiare un ottimo panino, piadina o trancio di pizza, di trascorrere la serata con gli amici giocando all’infinito con i propri compagni d’avventura….
Inutile negare che il caro e vecchio gioco da tavola era tra i passatempi preferiti della nostra gioventù: giochi come Monopoli, Paroliamo, Risiko, Subbuteo e altri legati ai quiz televisivi come Bis, il Pranzo è Servito, Superflash sono rimasti indelebili nella nostra memoria e mai ci dimenticheremo di quel divertimento sano e genuino che avevamo la possibilità di vivere.
Chissà se il Bar Parentesi esiste ancora…
Anzi, sapete cosa vi dico? Nei prossimi giorni vedo di verificarlo di persona…
Invece ora? A cosa giocano i nostri figli?
L’avvento degli smartphone e i giochi scaricabili gratuitamente dalle App, ha creato tanti zombi seduti in 4 ad un tavolo con i telefoni in mano che non si rivolgono la parola. L’individualismo e l’isolamento che prima causava in parte la TV, ora ha raggiunto i suoi massimi livelli grazie ai social che danneggiano la salute del ragazzo e soprattutto accellerano il desiderio dell’infanzia a diventare grande bruciando così l’infanzia stessa.
Gianluca Boffetti

Condividi