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BMW X5 E53, LA PRIMA SUV DELLA CASA DELL’ELICA

Sono passati ben ventiquattro anni dal lancio della prima serie della BMW X5.
Nonostante tutto non fu lei la prima suv Made in Germany a solcare le nostre strade, la genesi di questa categoria di veicoli è da attribuire a mio avviso alla Mercedes ML, che nacque qualche tempo prima della X5.
La classe G che nasce negli anni 70 non è un Suv, è tutto un altro genere di auto, si parla di un veicolo concepito per un uso anche militare, nonostante poi con il passare degli anni sia diventato uno delle fuoristrada più iconiche, care e modaiole. Venendo alla vettura protagonista dell’articolo, vide la luce nel 1999 e fu da subito un grandissimo successo commerciale. Effettivamente circa venticinque anni fa stava per partire ed esplodere il fenomeno dei Suv.
Al momento del lancio non erano disponibili motorizzazioni diesel ma solo a benzina.
Ai tempi la benzina costava meno, ma la X5 montava un V8 da 286 CV di potenza, abbinato ad un cambio automatico e alla trazione integrale permanente. Risultato: 210 km/h e 0-100 coperto in sette secondi netti, consumi da shuttle in fase di lancio…
Diciamo pure che le prestazioni erano corrispondenti ai consumi. Poco dopo le venne affiancato un sei cilindri in linea da 231 CV, leggermente più parco nei consumi ma comunque abbastanza prestazionale.
Disegnata da Bangle, allora capo del design BMW, a mio avviso geniale nel leggere e interpretare quel periodo storico automobilisticamente parlando, denso di cambiamenti.
Partendo dalla base della serie 5 E39 si creò un Suv destinato a fare successi commerciali per i due decenni a venire e che ad oggi dopo svariate generazioni non accenna a calare.
Internamente la parentela con la serie 5 E39 si vede chiaramente.
Nel 2001 arrivò la 3.0 D con motore da 184 CV che divennero poi 218 qualche tempo dopo.
Con queste motorizzazioni la questione consumi divenne quasi ragionevole: ad oggi non è semplicissimo trovare delle benzina prima serie sopratutto se le si cerca nelle costosissime e quasi introvabili 4.6 e 4.8 is.
Queste due versioni rappresentarono, la 4.6 per la prima serie e la 4.8 per il restilyng, le versioni più prestazionali e veloci della gamma.
Del resto BMW è da sempre simbolo di sportività e velocità. La 4.8 IS con i suoi 360 CV sfiorava i 250 km/h e accellerava da 0 a 100 in 6 netti. Prestazioni notevoli considerata la stazza 2200 kg, ovviamente ad ogni affondo sul pedale, compariva un sorriso sul volto del benzinaio di fiducia.

Con il passare degli anni la concorrenza si fece serrata, ML, Cayenne, Q7 non resero la vita facile alla suv tedesca ma il successo del comparto fu tale da garantire spazio per tutti.
Quale scegliere ? A mio avviso molto meglio benzina che diesel se la si sceglie a fini collezionistici, le rare 4.6 e 4.8 hanno un sicuro interesse storico. Costi di gestione e di manutenzione non leggeri ma sopportabili se la si compra come auto storica.
Il mercato dei suv ventennali è in rilazo.
E poi, chi non ha voglia di fare un tuffo nel passato, ai tempi dei Nokia 3310, dei pantaloni a zampa, degli ultimi festivalbar?
Sono quegli anni in cui OC stava per diventare il teen drama di più grande successo del decennio, i primi cellulari potevano essere dotati di fotocamera da 1.3 megapixel e la mia generazione adolescente sarà l’ultima che crescerà senza i social…

Antonio Gelmini
Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a:
meccanicagelmini@gmail.com

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