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Bancomat per acquisti on-line

Per gli acquisti online presto si potrà utilizzare anche il Bancomat, aggirando il tradizionale limite di doversi munire di carta di credito (quanto meno virtuale): la “rivoluzione” dei pagamenti digitali partirà da marzo 2015. Da quella data, le banche potranno scegliere di aderire al nuovo servizio.
Oltre alle carte di credito si arricchisce dunque il panorama di opportunità per i consumatori nella gestione delle transazioni online, che tramite PagoBancomat saranno semplici e sicure. Come funzionerà?
I clienti dovranno attivare il servizio presso la loro banca e, al momento del pagamento su negozio online, senza PIN e password si verrà reindirizzati al proprio sito di home banking dove, dopo alcune verifiche, il pagamento sarà autorizzato e saldato. A tutela del consumatore, il numero identificativo della carta non sarà sufficiente per effettuare transazioni e il Bancomat non sarà compromesso.

E-COMMERCE: AUMENTO IVA

Con il nuovo anno entrano in vigore le nuove direttive UE  in materia di commercio elettronico diretto, cioè l’e-commerce di beni non materiali come possono essere le applicazioni e i servizi. La novità principale è semplice e avrà un grande impatto sui consumatori: dal primo gennaio 2015 l’IVA applicata sulla vendita di questi tali beni nel nostro Paese è quella italiana mentre finora era quella del Paese fornitore.
La nuova normativa europea vale esclusivamente per transazioni B2C (da aziende a consumatori finali) e non tra imprese o liberi professionisti. La percezione degli aumenti si ha soprattutto su beni costosi mentre per le App, normalmente vendute a prezzi bassi, gli arrotondamenti dovrebbero cancellare gli eventuali aumenti. Le variazioni possono comunque rendere ora più complicato il lavoro degli sviluppatori. Fortunatamente, almeno per quanto riguarda la piattaforma di Google, la gestione IVA differenziata è tutta a carico di Big G.
Rincari in vista, invece, per servizi più costosi, come dicevamo. A titolo di esempio, il listino prezzi di Skype – prima basato sull’IVA al 15% del Lussemburgo – ora prevede costi aggiornati con l’IVA italiana al 22%, con un rincaro non certo contenuto.

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