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AUTUNNO E CAMPI GIALLI

Oggi guidavo per stradine di quasi campagna: il cielo grigio carico di nuvoloni, i campi gialli di non so quali colture… Uno spettacolo! Mi sono fermata a fare qualche foto col telefono (devo ricominciare a tenere in borsa la piccola Canon). Amo l’autunno, non solo per i suoi colori, ma per l’atmosfera: dopo la fragorosa ed eccessiva estate, si torna alla normalità, a giornate che accorciandosi invitano al raccoglimento, a temperature che scendendo mi danno voglia di muovermi, di avere addosso abiti caldi… L’anno che -di fatto- comincia a settembre è come l’inizio di una camminata in montagna. Sai che sarà lunga, ma sei ben riposato, hai tutte le energie e, zaino in spalla, ti metti in cammino respirando a pieni polmoni, felice di godere del paesaggio che incontri.
Le gambe hanno voglia di muoversi, di ripercorrere strade note, di cimentarsi in percorsi sconosciuti. L’autunno per me è caldo e confortevole, sa di ritorno. Come il ritorno di vecchi amici, di buone abitudini per un po’ abbandonate. È morbido, mi accompagna con calma, gradatamente. Mi consente di farmi il fiato, di allenarmi alle fatiche dei mesi successivi, alla resistenza che la maratona invernale richiede.
L’autunno è vario: ha giornate terse di sole e cieli azzurri, ha nuvoloni che corrono, ha giornate grigie, ha le nebbie; ha lo splendore dei colori e i rami spogli; ha il rumore delle foglie secche che calpesto, l’odore delle nebbioline mattutine e serali; ha il buio della sera, con le luci che si accendono, scie luminose che guizzano per le strade, illuminano le finestre svelando la vita che lì dietro scorre.
Bentornato, autunno. Mi sento a casa sul cammino della conoscenza.
sguardiepercorsi

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