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Anno 1983: scomparsa di Mirella Gregori

Mirella Gregori — nata a Roma il 7 ottobre 1967 — figlia minore dei titolari di un bar in via Volturno a Roma, viveva con i suoi genitori ed era descritta da tutti come una ragazza assolutamente normale, che studiava con profitto presso un istituto tecnico della capitale. Il giorno della scomparsa, la ragazza si recò regolarmente a scuola e tornò a casa attorno alle 14, dopo essersi intrattenuta qualche tempo in un bar vicino a casa assieme ad un’amica, Sonia De Vito, che fu poi sentita nell’ambito delle indagini seguite alla scomparsa di Mirella. Quest’ultima dichiarò che lei e Mirella avevano parlato del più e del meno e non seppe fornire altre informazioni.
Tornata a casa, Mirella fu chiamata al citofono da un sedicente amico, tale “Alessandro”, alle cui richieste di uscire avrebbe esclamato: «Se non mi dici chi sei, non scendo!», per poi prendere tempo e proporre di vedersi attorno alle 15:00. A quell’ora, la ragazza effettivamente uscì, dicendo alla madre che aveva un appuntamento presso il monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe, il quale, ascoltato poi dagli inquirenti, dichiarerà che quel pomeriggio era impegnato altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie della ragazza.


Le indagini e l’archiviazione
La madre riferì che la figlia poco prima di sparire si vantò con lei di essere in grado di trovare il denaro necessario all’acquisto di un appartamento che i genitori non si potevano permettere; tuttavia, tale uscita fu liquidata come una spacconeria adolescenziale. La madre, durante una visita del Papa alla parrocchia romana di San Giuseppe il 15 dicembre 1985, riconobbe in un uomo della gendarmeria vaticana facente parte della scorta, Raoul Bonarelli, una persona che spesso si intratteneva con la figlia e una sua amica in un bar vicino a casa.
Nell’ottobre del 1993 la signora fu messa a confronto con Bonarelli: confermò le proprie dichiarazioni ma non riconobbe il superpoliziotto; non era più sicura nonostante poche settimane prima in un’intervista a Il Tempo si fosse detta certa dell’identità dell’uomo.
Secondo quanto riportato da un documento del Sisde del 31 ottobre 1983, pubblicato inedito dal giornalista Tommaso Nelli su “Cronacaedossier.it”, la figlia dei gestori del bar situato all’epoca sotto l’abitazione dei Gregori sarebbe stata al corrente dell’identità dell’uomo che convinse Mirella a seguirlo; nonostante lo abbiano avuto in mano per più di un anno dalla sua acquisizione, i magistrati dell’ultima inchiesta giudiziaria non hanno però approfondito le informazioni contenute in questo atto.
Nel 1997 venne disposto dalla magistratura un procedimento contro Bonarelli, che risultava conoscere la ragazza, ma non si arrivò a nulla. Il procedimento verso ignoti per sequestro di persona venne poi archiviato nel 2007.

Nel dicembre dello stesso anno venne insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana.
Nell’ottobre del 2015 il GIP, su richiesta della Procura e per mancanza di prove consistenti, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta sulle sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, del 2006 avviata in seguito alle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex compagna del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis, e che vedeva sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, Sergio Virtù (autista del boss), Angelo Cassani detto Ciletto, Gianfranco Cerboni detto Giggetto, Sabrina Minardi e Marco Accetti. Nel 2018 Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, durante un’intervista radiofonica all’emittente Radio Cusano Campus dell’ Università degli Studi “Niccolò Cusano” ha invitato chiunque possa dare informazioni sul caso a contribuire, affermando di esser in contatto con alcuni studi legali per ottenere una riapertura delle indagini.
I possibili collegamenti con il caso Orlandi
Secondo la testimonianza di Mehmet Ali Agca, la scomparsa delle due ragazze, sarebbe collegata a quella del giornalista sovietico Oleg G. Bitov, avvenuta il 9 settembre dello stesso presso il Festival del Cinema di Venezia. In diversi comunicati del 1983 e del 1984 l’organizzazione di estrema destra turca dei Lupi Grigi dichiarò di custodire entrambe le ragazze. In realtà secondo quanto dichiarato da Günter Bohnsack, ex-ufficiale della Stasi (il servizio segreto della Germania Est), a un giornalista del quotidiano la Repubblica, sarebbero stati i servizi della Germania Est, assieme a quelli bulgari e ai sovietici del KGB, a servirsi del caso Orlandi (al quale quello Gregori è stato collegato) confezionando falsi comunicati provenienti da sigle diverse (tra cui il Fronte Turkesh, collegabile ai Lupi Grigi) proprio per deviare le indagini parallele sulla pista russo-bulgara, per l’attentato a Giovanni Paolo II.
L’11 luglio 2005 alla redazione del programma Chi l’ha visto?, in onda su Rai 3, arrivò una telefonata anonima in cui si diceva che per risolvere il caso di Emanuela Orlandi era necessario andare a vedere chi è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare e controllare «del favore che Renatino fece al cardinal Poletti». Si scoprì così che “l’illustre” defunto altri non era che un boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis. Il 20 febbraio 2006, un pentito della Banda, Antonio Mancini, sostenne, in un’intervista al giornalista Fiore De Rienzo di Chi l’ha visto? — dopo aver ascoltato l’audio registrato della telefonata che arrivò alla famiglia Orlandi — di aver riconosciuto nella voce di “Mario” quella di un sicario al servizio di De Pedis, tale Rufetto; le indagini condotte dalla Procura della Repubblica tuttavia, non confermarono quanto dichiarato da Mancini. Il 30 giugno 2008 il programma trasmise poi la versione integrale della telefonata anonima del 2005, lasciata inedita fino ad allora. Dopo le rivelazioni sulla tomba di De Pedis e del cardinal Poletti, la voce aggiungeva: «E chiedete al barista di via Montebello, che pure la figlia stava con lei…con l’altra Emanuela». Il bar si rivelò appartenere alla famiglia di Sonia De Vito, amica di Mirella Gregori che probabilmente è la stessa che all’inizio fu accusata di falsa testimonianza e reticenza. La redazione del programma è stata minacciata a luglio anche da un’altra telefonata anonima da parte di un certo “biondino”. Nel luglio 2010 è stato dato, dal Vicariato di Roma, il via libera all’ispezione della tomba di De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare ed è stato disposto il prelievo del DNA sul fratello di De Pedis, sui famigliari di Emanuela e anche su Antonietta Gregori, sorella di Mirella. Il 14 maggio 2012 è stata riesumato ed aperta la tomba di Enrico “Renatino” De Pedis ma al suo interno era presente unicamente la salma del defunto che, per espresso desiderio dei familiari, è stata cremata. Dopo ulteriore scavo più approfondito sul posto vennero trovate solo nicchie con resti di ossa risalenti al periodo napoleonico; non verranno trovate però tracce del DNA di Emanuela e Mirella. Quattro giorni dopo, il 18 maggio, è stato indagato don Pietro Vergari per concorso in sequestro di persona.
Fonte Wikipedia

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