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ANNI D’ARGENTO

Ti ho invitato a ballare un valzer trent’anni fa e ancora stiamo girando, di sicuro non più vorticosamente come una volta, però siamo ancora in pista assieme, il nostro fisico è un po’ appesantito dalla tua buona cucina, ma se dovessi dare una forma al tuo spirito interiore, sarebbe sicuramente quello di una bellissima modella, perché dentro tu sei veramente meravigliosa, non fraintendermi, non è che fuori sei brutta, anzi i tuoi occhi sono così particolari, cristallini color mare smeraldo e il tuo solare sorriso mi fanno venire voglia di rivederti al più presto ogni sera.
C’è un episodio della nostra vita insieme che mi ha fatto veramente comprendere che straordinaria persona sei; nell’estate del 2003 l’amatissima zia Vincenza, la donna che ti ha cresciuta da quando avevi un anno e mezzo, non stava bene, sempre stanchissima, davamo la colpa al grandissimo caldo (l’estate del 2003 è stata la più calda degli ultimi 100 anni), ma passata l’estate le cose non sono migliorate, e così dopo aver insistito tantissime volte, finalmente a novembre, sei riuscita a portarla dal medico, l’esito degli esami che ne seguirono fu devastante, un primario ti volle parlare urgentemente: <signora la prego si sieda, purtroppo non ho buone notizie, sua zia ha un tumore all’intestino in fase avanzata, le rimangono all’incirca 2 mesi di vita>. Quando tornasti a casa e ti vidi alla sera, dire che eri sconvolta non rende nemmeno lontanamente l’idea dello stato in cui ti trovai, anch’io la notte non riuscii a dormire; però il giorno dopo ti trovai già più carica e determinata, pronta ad assistere e a supportare la zia che al momento non conosceva la gravità della malattia. Una quindicina di giorni dopo ti telefonò tua cugina dicendoti : <si è liberato un loculo vicino alla tomba della mamma della zia, ho intenzione di andare in comune per prenotarlo, tu che dici?> – <Non ti azzardare a considerare la zia Vincenza già morta,> – < ma hai sentito cosa hanno detto i medici?> – <Non me ne frega un cazzo del parere dei medici, la zia è viva e viva rimarrà!!! Non voglio più sentire parlare di loculi e cimiteri, ciao>.
Arrivammo così alla fine dell’anno, la zia Vincenza (purtroppo o per fortuna), fece leggere la sua cartella clinica all’amica infermiera venendo così a conoscenza della gravità della malattia. Per San Silvestro partimmo da casa per “festeggiare” il capodanno dalla zia, mi ricordo la discussione in macchina: <ma con quale spirito andiamo a festeggiare l’anno nuovo soprattutto adesso che la zia sa tutto?> – <Giordano mi raccomando niente musi lunghi, la zia ha bisogno del nostro sostegno e della nostra compagnia adesso più che mai>; arrivati all’abitazione della zia Vincenza, ci accolse con un mezzo sorriso che sembrava disegnato con una matita, durante la cena cercammo di ravvivare la serata parlando di tutto un po’, ma la zia non era comprensibilmente dell’umore adatto, arrivata mezzanotte stappai lo spumante, alzammo i calici in alto e la zia esclamò: <al mio ultimo capodanno>, poi si sedette, si prese la faccia fra le mani e scoppiò in un pianto incontenibile, a vederla in quelle condizioni mi venne un magone, credevo mi scoppiasse, non riuscivo a dire una parola per interrompere quella terribile situazione, allora tu con voce forte e decisa esclamasti: <zia non voglio vederti in quello stato, sei sempre stata una combattente, mi hai insegnato che nella vita non bisogna mai arrendersi, adesso è il momento di tirar fuori le palle, prendi il bicchiere e brindiamo alla salute, forza zia alzati!!>
A quelle parole la zia Vincenza alzò il viso, ci guardò negli occhi per un lunghissimo minuto, prese un tovagliolo di carta, si asciugò gli occhi e dopo aver fatto 5 o 6 profondissimi respiri, prese in mano il bicchiere e scattò in piedi come se avesse preso una forcata nel didietro gridando:<alla salute>, lo spumante che mi volò addosso per me fu come L’Acqua Benedetta, perché la zia Vincenza detta: il generale in quel momento dichiarò guerra al tumore e dopo 4 anni di cure e molteplici interventi chirurgici, contro ogni parere medico, vinse la battaglia più importante della sua vita ed io sono sicuro che gran parte del merito è tuo, perché gli sei sempre stata vicino, l’hai incoraggiata, sostenuta, non gli hai mai fatto mancare il tuo grande amore ed a tutt’oggi, la brutta bestia non si è più ripresentata.
Non ami metterti in mostra, ma quando per una giusta causa c’è bisogno di tirar fuori unghie e cuore non ti tiri mai indietro.
IL 30 ottobre sono 25 anni che abbiamo giurato davanti a Dio: fedeltà, stima e rispetto. In tutti questi anni ne sono successe di tutti i colori, eppure assieme siamo sempre riusciti a trovare il giusto equilibrio per proseguire serenamente il nostro cammino, naturalmente il nostro rapporto non è sempre idilliaco, a volte nelle discussioni ci mandiamo anche a quel paese, però non ci rimaniamo mai a lungo, perché tu sai perdonare e anche chiedere scusa. Io non so cosa ci riserva il futuro (e nemmeno lo voglio sapere), ma sono tranquillo perché ho te al mio fianco, e anche se non so nuotare, so che mi sosterrai nel mare della vita.
Giordano

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