Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

Alimentazione ed Alitosi

Una sana alimentazione ed un corretto stile di vita rappresentano il mix perfetto per la prevenzione dell’alitosi, un fenomeno imbarazzante e sgradevole che colpisce entrambi i sessi di tutte le età. Per prevenire l’alito cattivo non basta solamente ricorrere all’uso del dentifricio, dello spazzolino e del collutorio: sembra, infatti, che la dieta influisca enormemente sulla freschezza dell’alito di una persona. Il cibo che si ingerisce viene elaborato dal nostro organismo e sembra proprio che sia l’alimento stesso a determinare l’odore dell’alito: ecco quindi che la qualità del cibo ingerito gioca di per sé un ruolo assolutamente importante nel caratterizzare l’alito della persona. Fino al momento in cui il nostro organismo non elimina del tutto l’alimento assunto, l’odore dell’alito continua ad essere decisamente influenzato da quel determinato cibo: questo è un dato scientifico, studiato dall’Associazione Dentisti Americana.
I dentisti asseriscono che: “un valido motivo per la cura dell’alitosi di origine gastrointestinale è il consumo di avocado che […] elimina la putrefazione del cibi nel tratto intestinale”.
Affermazione molto particolare perché il frutto di Persea Gratissima (avocado) gode di proprietà soprattutto diuretiche: probabilmente questo alimento è consigliato per contrastare la peculiare alitosi legata a problematiche gastro-intestinali, grazie anche al contenuto in fibre. La difficoltà a digerire, infatti, è spesso collegata ad un riscontro negativo che si ripercuote nell’alito, in questo caso lo stomaco tende a produrre maggior quantità di acido gastrico per agevolare la digestione, ma tutto ciò si ripercuote generando alito cattivo.
Sicuramente, per godere di una sensazione pressoché costante di pulizia e freschezza della bocca, è consigliabile l’assunzione di elevate quantità di acqua: la secchezza delle fauci rappresenta infatti una causa-base dell’alito cattivo. Ecco spiegato il motivo per cui alla mattina, percependo la tipica sensazione di “bocca secca”, si ha un alito tendenzialmente più sgradevole. Alcuni ricercatori azzardano un altro consiglio per avere un alito fresco: un bicchiere di acqua calda con un cucchiaino di aceto di mele accompagnato da uno di miele. Questo perché, probabilmente, l’aceto, essendo acido, favorisce la digestione a livello gastrico, “eliminando” l’alimento più velocemente; oppure sostituire l’aceto con succo di limone puro. Nonostante questo fatto, la tecnica migliore resta sempre quella di bere molta acqua.
Una “Alimentazione corretta”, allo scopo di evitare o prevenire l’alitosi, prevede anche l’assunzione di alimenti semplici ai pasti, che non devono essere troppo ricchi di grassi, né eccessivamente saporiti e speziati. Troppe spezie, infatti, potenziano l’azione dei batteri, che inevitabilmente portano alla formazione dei cattivi odori dell’alito. I principali imputati in tal senso sono naturalmente i cibi appartenenti alla famiglia delle liliaceae, come l’aglio e la cipolla, le cui cattive esalazioni possono essere mitigate dalla contemporanea assunzione di prezzemolo. Arriviamo ora a parlare di un interrogativo: lo yogurt. Se per alcuni questo alimento può essere considerato un “nemico” della freschezza dell’alito, per altri rappresenta l’esatto contrario. I primi, infatti, asseriscono che i derivati del latte, come lo yogurt, possono favorire l’alitosi a causa delle proteine presenti, utilizzate dai batteri per sprigionare l’odore; i secondi ritengono invece che yogurt e latte inacidito ne impediscano la formazione.
Quale ipotesi si deve quindi tenere in considerazione?
È vero che le proteine del latte sono sfruttate dai batteri per la produzione di metaboliti maleodoranti (per gli addetti ai lavori..noti come corpi chetonici) ma è altrettanto vero che le preparazioni lattee fermentate, essendo acide, favoriscono l’eliminazione di scorie, poiché la digestione dell’alimento sarà più rapida; inoltre, favorendo l’istaurarsi di una flora batterica saprofita a livello intestinale, questi prodotti alimentari contribuiscono a promuovere la funzionalità intestinale e le difese immunitarie.
Come è stato più volte sottolineato, la scarsa salivazione è un problema che predispone fortemente all’alitosi: ne consegue che abitudini alimentari scorrette, che diminuiscono la salivazione (cibi salati, scarso consumo di liquidi, eccesso di zuccheri semplici), dovrebbero essere evitate.
Il fumo di pipa o sigaretta dovrebbe essere il più possibile limitato, se non evitato completamente, essendo tra i maggiori responsabili della diminuzione della salivazione. Inoltre, nel fumatore si verifica una marcata alterazione della saliva in termini di composizione; infatti, il fumo in generale, e la nicotina in particolare, creano un potenziamento della carica batterica che forma la placca, decisamente più consistente nei fumatori. La diminuzione della salivazione e l’alterazione degli enzimi che compongono la saliva comportano una minor efficienza della funzione di risciacquo della saliva stessa.
Paradossalmente, anche l’utilizzo eccessivo di sostanze disinfettanti, come collutori a base di estratti antisettici, potrebbe influire negativamente sull’alitosi: molte sostanze disinfettanti sono infatti costituite da oli essenziali e da molecole a basso peso molecolare con azione astringente, che come tali determinano una diminuzione della saliva. A fianco di una corretta alimentazione, ricca di frutta e verdura quindi, il trattamento e la prevenzione dell’alitosi passano anche attraverso una serie di norme igieniche e comportamentali, tra cui trovano spazio i rimedi naturali. Una pianta erbacea che la natura ci offre in caso di alitosi è il finocchio. Sono ben note infatti le sue proprietà di stimolare la digestione gastrica e di stimolare l’intestino non solo nell’evacuazione ma anche di rinforzo per la flora intestinale. Altra proprietà che si ascrive al finocchio è quella di avere un effetto di detossificare e di depurare l’organismo dalle scorie (radicali liberi) grazie alla presenza di antiossidanti.
Dott.ssa Paola Lanfranchi
Biologa Nutrizionista

Condividi