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ABBE’ PIERRE

Chantilly. In un vasto circo stipato di persone, la Radio Televisione Francese sta riprendendo un programma di quiz chiamato “Lascia o raddoppia?”. Davanti al microfono è un piccolo prete dalla barba nera, con un giubbone di pelle sdrucito.

-Per duemila franchi ditemi: quanti deputati ci sono alla Camera? Perché sorride? -Perché sono deputato anch’io, siamo in 600.

-Per quattromila franchi, che significa F.A.O.? -Found and Agricultural Organization -Per ottomila franchi…

Le domande si susseguono e il piccolo prete riflette, poi risponde con calma. Le cifre salgono. Ma a 256.000 franchi, il prete si ferma. Non raddoppia più. -Che ne farete di questo denaro, Reverendo? – gli domanda il presentatore. -Comprerò un camion per i miei compagni, i cenciaiuoli di Emmaus.

E’ la prima volta che i telespettatori francesi sentono parlare dell’Abbè Pierre e dei suoi “compagni di Emmaus”, ma non sarà l’ultima. Le città d’urgenza non bastano e il freddo aumentano, diventa feroce, il camion di Emmaus fa ogni sera il giro della periferia di Parigi: porta coperte e viveri alle migliaia di poveri che dormono ancora sotto i ponti, alle uscite del metro, addossati ai portoni, sui marciapiedi. Ma ogni notte alcuni di questi poveracci muoiono, assiderati.

L’Abbè Pierre impugna il telefono, e dopo una discussione tempestosa con il direttore della Radio Nazionale, ottiene il permesso di tre minuti di trasmissione. Tutta Parigi e tutta la Francia, quella sera, ascoltano la sua voce piena d’angoscia. “Amici, aiuto! Una donna è morta questa notte di fretto, presso il n°3 di Sebastopoli. In mano aveva il biglietto con cui era stata sfrattata l’altro ieri.

Ogni notte ci sono più di 2000 poveri sui nostri marciapiedi, senza tetto, senza pane. Alcuni sono quasi nudi. Bisogna che questa sera stessa, in ogni città della Francia, in ogni quartiere di Parigi, si aprano dei centri di rifugio, dove questa povera gente possa trovare coperte, paglia, minestra e accoglienza di gente amica.

Il bollettino meteorologico annuncia un mese di gelo terribile. Io vi supplico: occorrono per questa sera grosse tende militari, stufe, cibo e indumenti. Potrete far recapitare tutto questo…

L’Abbè ha un secondo di esitazione. Non ha nessun locale a Parigi. Ma si ricorda all’improvviso di una brava persona, il proprietario di un hotel… all’hotel Rochester, in via Le Boètie”. Dieci minuti dopo il portiere dell’hotel vide con sorpresa arrivare dei pacchi di vestiti, delle pile di coperte. Un’ora dopo c’era da sgomberare l’entrata dell’albergo. Presto, davanti all’hotel, 25 agenti dovettero incanalare una coda di persone di 800 metri. Bisognò trasformare in deposito una parte della stazione ferroviaria di Orsay e raggiungere d’urgenza all’hotel undici linee telefoniche, per rispondere a tutte le chiamate.

Quella sera, in grandi tende militari offerte dall’esercito, i poveri di Parigi poterono passare la loro prima notte al caldo, sicuri di non morire come cani randagi.

Angelo Bonanomi

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