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A un amico

Ci sono dolori che abitano l’anima e non si fanno vedere. Lavorano in profondo, in spazi invisibili, inaccessibili.  Da lì fanno salire grumi di malessere, spifferi avvelenati che intossicano lo spirito, vortici che assorbono le forze e le trascinano giù.  Navighi su quel malessere. Non riesci a difenderti da un nemico che non conosci, di cui non riesci a vedere il volto, né le forme che gli danno vita. Notti di tristezza e desiderio, di stanchezza che non ti fa dormire; giorni nebbiosi che un quotidiano necessario tiene a galla e conduce in porto.
Solo, incroci solitudini disperate che non sanno di esserlo. Le loro sì, son disperate, la tua no. La tua ti accompagna nel viaggio. Hai rimandato il confronto, hai corso veloce, ti sei distratto, ti sei agitato per confondere le acque e allontanare la visione. Ora è il novembre dell’anima, che fa cadere le foglie più sgargianti e obbliga a seguire i sentieri della linfa profonda. Silenzio e solitudine compagni di rinnovamento. Passaggi dell’anima che cambiano la vita. Svolte. Buon viaggio, amico mio. Io, insieme ad altri fidati compagni di strada, sono accanto a te.
Francesca

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