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17 Settembre 1994 – 17 Settembre 2016: 22 anni di emozioni

Settembre 2006: una giornalista di Infobergamo.it  viene a farci visita in redazione.
Non ho mai avuto l’occasione di ringraziarla per questa splendida intervista che
sottolinea l’anima più profonda di questo mezzo di comunicazione.

Vi sarà capitato di vederlo in biblioteca, in qualche negozio, nel bar dove fate colazione la mattina o all’oratorio. Non stiamo parlando di un nuovo presenzialista, ma di “New Entry”, il quindicinale gratuito che da dodici anni  è entrato nel quotidiano di molte persone. La sua caratteristica è quella di essere il “giornale della gente”: i lettori non solo lo aspettano come un appuntamento fisso, ma possono anche partecipare alla sua creazione, scrivendo articoli e racconti. Incuriositi dalla tipologia del periodico e convinti dell’importanza della free press, abbiamo intervistato Gianluca Boffetti, direttore responsabile di New Entry. Ci aspetta in redazione che, come spesso accade in giornali nati dalla passione, non è altro che la sua taverna. Dopo le prime battute, inizia l’intervista, che sembra più una chiacchierata tra amici. “Il giornale nasce dalla mia esperienza ed è la mia vittoria personale. Mi sono sempre sentito diverso dagli altri, ero timido e non parlavo con nessuno. Quando a scuola ho difeso un compagno che veniva preso in giro dal gruppo, è iniziato un inferno anche per me. Ho passato quel periodo chiedendomi: “Perché il più debole non deve essere aiutato ma deriso?” Indicando le numerose immagini di Celentano appese alle pareti, aggiunge: “La svolta è stata l’incontro con lui. Una sera in televisione ho visto un suo concerto: non sapevo chi fosse, ma ho ascoltato le sue parole e ho pensato che, finalmente, in un mondo che non riuscivo a capire, avevo trovato chi la pensasse come me. In particolare, mi aveva colpito la frase di una canzone: “Se ci uniremo in un grande clan, andremo tra la gente a seminare l’onestà”. Il mio clan è il giornale, nato per dar voce a chi non poteva e non può parlare, proprio come me allora. Ero perito chimico e prendevo 5 nei temi, ma questo non mi ha fermato”.
L’incontro con Michele Cortinovis, coordinatore editoriale, è stato quello che Gianluca Boffetti definisce la sua “fortuna”: “La pensava come me e gli ho chiesto di aiutarmi a diffondere le nostre idee: il giornale è stato e sarà sempre la nostra voce.” La redazione è formata da persone che, nella maggior parte dei casi, erano sole o non avevano un gruppo positivo con cui confrontarsi. Ognuno ha la sua vita e il suo lavoro, ciò che li unisce è la semplicità e le idee.
“Noi cerchiamo di avvicinarci alle persone dal punto di vista umano e, non a caso, tutti possono scrivere tutto.” Infatti, ogni articolo che arriva in redazione viene pubblicato, ad esclusione di quelli a carattere politico. Questo è ormai storia: dal primo numero del 17 settembre 1994, stampato a getto d’inchiostro su formato più grande in 40 copie e lungo 8 pagine, New Entry è cresciuto, con la registrazione al tribunale nel 2000 fino ad arrivare ai traguardi odierni, con 6.000 copie distribuite in 28 paesi per un totale di circa 13.000 lettori. Di queste, 2.500 copie sono distribuite in sei paesi della Bassa Bresciana. Il giornale però riesce a raggiungere un pubblico molto più vasto: “Ci scrivono persone da diverse parti d’Italia, come Liguria e Toscana. Prima spedivamo loro la rivista via posta e solo quando c’era il loro articolo. Ora, invece, abbiamo creato un sito internet (www.newentry.eu) che gestisco  personalmente, con cui raggiungiamo i lettori lontani.”
Ci mostra con orgoglio tutti i numeri del giornale, rilegati: ogni pagina ha una storia, un’emozione. “Questo è il mio cuore”, commenta, “e il mio giornale ha un cuore, un’anima”.
La caratteristica editoriale di New Entry, oltre a quella di dare voce alla gente, è la presenza, in ogni pagina, dei sentimenti, delle sensazioni, dell’umanità in senso lato. A differenza di altri periodici, trovano spazio diverse storie forti e toccanti. Tra queste tre in particolare sono rimaste nel cuore a Boffetti. “Il primo è l’articolo scritto da una ragazza stuprata: raccontava passo per passo la violenza. L ‘altro è la vicenda di un ragazzo che abbiamo aiutato ad uscire dal tunnel della droga. Inizialmente lui non voleva saperne di me. Quando, per una frattura alla gamba, è rimasto temporaneamente paralizzato, sono andato a trovarlo a casa sua. Sono stato chiaro. Gli ho detto: “Di solito al mondo uno fa qualcosa per avere dell’altro in cambio, ma se tu smetti cosa guadagno io?” Dopo 10 giorni lui mi ha risposto: “Guadagni un amico.” Da quel giorno si è occupato di una rubrica, “Parliamone”, dove raccontava la sua esperienza e cercava di aiutare i ragazzi a non fare il suo stesso errore.” Sono entrambe storie diventate articoli, ma ci sono anche dei pezzi che hanno creato delle storie. “Qualche hanno fa ho scritto un articolo contro gli skinheads. In quel periodo erano una specie di “piaga” per alcuni paesi. Ho terminato il mio scritto dicendo: non permettiamo a 40 imbecilli di distruggere quel poco di bello che abbiamo. Quando è uscito il giornale ho ricevuto una telefonata: alla domanda chi è, la voce dall’altra parte ha risposto “sono uno dei 40 imbecilli”. Mi ha detto di avermi chiamato perché, nonostante ciò che avevo scritto, vedeva che avevo voglia di cambiare il mondo. Abbiamo fissato un incontro: avevo scelto un locale frequentato e di passaggio, ma era il giorno di chiusura e, con la pioggia a catinelle, non c’era nessuno per le strade. Ho avuto paura: sapevo quello che avevo scritto ed era molto duro. Invece lui è salito sulla mia macchina tranquillamente, mi ha dato il suo articolo e l’abbiamo rivisto insieme, al momento. Gli ho anche fatto una proposta: se avessero pulito e rimediato ai loro danni, avrei fatto un articolo su di loro e l’avrei reso noto. Loro l’hanno fatto. È stata, probabilmente, l’avventura più rischiosa che mi sia capitata a New Entry, ma anche tra le più belle.”
Sempre nel solco dei sentimenti, New Entry si occupa di opere a carattere sociale. “La più recente risale all’anno scorso, la raccolta tappi per un acquedotto in Tanzania. Negli anni passati abbiamo acquistato una carrozzina per i disabili, abbiamo raccolto firme per la lotta contro i combattimenti dei cani e adottato a distanza un bambino. Un progetto più vicino al vissuto è quello delle serate sull’ ‘etica del quotidiano’, con la signora Rosa Preda Schiavi: sono suggerimenti su come comportarsi con la persone, nell’idea che i piccoli gesti quotidiani siano importanti.” Il giornale vuole rendere protagonista la gente, pubblicando tutti gli articoli, ma anche aiutare gli altri, entrare nel tessuto della società. Mira ad essere una realtà ben inserita e presente e a mantenere un contatto con le persone. “Da questo punto di vista, gli SMS che arrivano alla redazione dimostrano il calore e l’affetto dei lettori, segno che siamo ‘dentro’, che non siamo solo un giornale ma anche un amico, che incontrano nei posti dove vanno tutti i giorni, quali sono i luoghi in cui lo distribuiamo. Lo testimoniano le lettere che ci arrivano: iniziano con ‘Caro New Entry’, come se si rivolgessero ad una persona”.
Un’altra conferma è arrivata l’anno scorso, quando l’uscita di un numero è stata posticipata: “In pochi giorni siamo stati sommersi da e-mail ed SMS che ci chiedevano dove fossimo finiti. La linea editoriale deve rimanere questa, perché è grazie ad essa che siamo diventati così. Ogni anno bisogna fare qualcosa di nuovo, ma senza perdere di vista la semplicità e la profondità dei contenuti. Preferisco avere il mio giornale piccolo, in bianco e nero, che un giornale a colori e patinato, ma vuoto dentro. Il mondo d’oggi punta solo sull’apparenza; noi andiamo dalla parte opposta: niente apparenza, solo contenuti.” A proposito d’immagine, l’unico vezzo che sembra avere New Entry è la copertina colorata: anch’essa non risponde solo a motivi estetici, ma piuttosto ha carattere funzionale: “Facilita la distinzione dei numeri,” ci spiega Gianluca, “quando il lettore vede il colore diverso della copertina capisce subito se si trova davanti ad una copia nuova.”
Il futuro del giornale è ricco di novità, anticipate già da qualche numero dall’introduzione di nuove rubriche. “Dopo gli annunci gratuiti, il prossimo passo sarà ‘Ingannopoli’, un articolo su un immaginario stato sulla Luna costruito sulla falsa riga dell’Italia. Per l’intrattenimento più leggero, nascerà un quiz con tanto di premio per il primo che risponde correttamente via SMS. Sulle orme della tradizione, continuerà il concorso di poesia che abbiamo lanciato quattro anni fa.” Nel panorama generale, New Entry rientra nella categoria dei periodici gratuiti che sono apparsi accanto alle classiche riviste a pagamento. In Inghilterra la free press ha superato la stampa tradizionale; in Italia sta acquistando sempre più importanza. Chiediamo a Boffetti, come per i direttori di “Leggo” e “Metro”, se quello della stampa gratuita può essere il futuro. “Secondo me i quotidiani potranno continuare ad essere a pagamento, mentre un nuovo periodico a pagamento sarebbe l’ennesimo in un panorama assai ampio. Vedo un futuro di periodici gratuiti, con una concorrenza comunque agguerrita e la necessità di saper fare qualcosa di diverso.”
Francesca Frosio

Mi ha emozionato parecchio rileggere questa intervista datata settembre 2006 realizzata da Francesca Frosio che ringrazio pubblicamente e che non abbiamo mai pubblicato sulle nostre pagine. Le parole che avete appena letto rendono molto bene l’idea di questo periodico e come negli anni abbia mantenuto la sua anima, la sua identità pur migliorando l’aspetto estetico anche se, come detto, non è mai stato di nostra prioritaria importanza. Citare l’amico del cuore Michele Cortinovis significa ricevere un colpo al cuore (la sua prematura scomparsa ha creato un immenso vuoto) ma è proprio grazie alla sua straordinaria amicizia che inizia questo passatempo: sì perchè per noi era un divertimento realizzarlo e soprattutto eravamo coscienti che potevamo anche fare del bene agli altri.
E così negli anni siamo cresciuti, ormai le copie mensili distribuite sfiorano le 40.000, i contenuti sono migliorati e sempre più appetibili, inoltre siamo presenti nei social e abbiamo la versione sfogliabile su tablet e smartphone. Insomma, al passo coi tempi senza dimenticare mai la nostra natura: quella di sensibilizzare e cercare di far battere il cuore anche a chi sembra averlo pietrificato. Questa la nostra ardua missione in un mondo di cambiamenti e di superficialità dove sembra che l’apparire sia più importante dell’essere. Auguri di cuore New Entry.
Gianluca Boffetti

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