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112: Numero unico di emergenza in Europa

BERGAMO — Dalla montagna al mare, dalla strada al sentiero, tra poco il numero di riferimento per qualunque tipo di Sos sarà il 112, numero unico di emergenza valido in tutta l’Unione Europea. Importanti le novità introdotte con questo servizio, che proprio in queste settimane viene introdotto in Italia, in via sperimentale, a partire dalla Lombardia: all’arrivo di ogni chiamata sarà subito localizzata la posizione del chiamante, ci sarà la traduzione simultanea in 10 lingue diverse e la possibilità di richiedere soccorsi via sms. Ci abbiamo messo un po’ per imparare il 118. Tra poco però, anche per i soccorsi in montagna bisognerà chiamare un altro numero, che sarà capace di offrire un servizio molto più ampio e che soprattutto sarà lo stesso in tutti i paesi Europei, dove fino ad oggi i numeri di soccorso erano diversi da regione a regione. Il nuovo numero è il 112, fino ad oggi, in Italia, riferimento diretto dei Carabinieri. Sostituirà i vecchi numeri di emergenza 113, 115 e 118, che comunque rimarranno attivi e porteranno tutte le chiamate sulla centrale operativa del 112. Da questa centrale saranno coordinati gli interventi della Polizia, dei Carabinieri, dell’ambulanza sanitaria o dei Vigili del fuoco che faranno partire i mezzi dalla sede più vicina.

In queste settimane il 112 ha cominciato a funzionare ufficialmente dalla Lombardia, nelle province di Bergamo, Varese, Como, Lecco e Monza-Brianza. La centrale è composta da operatori facenti capo all’A.R.E.U. (Agenzia regionale emergenza urgenza) della Regione Lombardia. “La Lombardia è la prima regione italiana in cui si sperimenta questo modello del call center laico – spiega Cristina Corbetta, ufficio stampa dell’Areu – ovvero di una centrale operativa in cui non sono presenti operatori delle Forze dell’Ordine nè del Soccorso sanitario o tecnico. La centrale riceve tutte le chiamate di soccorso e quindi le inoltra all’ente di competenza”. Il call center laico introduce una preziosa novità: la localizzazione automatica del chiamante anche in caso di numero coperto o “privato”, che permetterà di l’intervento dei soccorsi anche quando il chiamante non è in condizioni di specificare dove si trova. Secondo i comunicati, per la localizzazione dei telefonini verrà utilizzata la rete cellulare (o il gps se disponibile), per i numeri di rete fissa invece si utilizzerà il database dei contratti con le società telefoniche. Il 112 funzionerà anche in caso di disfunzioni della rete telefonica: in questi casi, infatti, rimarrà operativa una rete di emergenza che collega tutte le centrali collegate al 112. Le telefonate e gli sms sono gratuiti sia dai fissi che dai cellulari, e il 112 può essere chiamato anche da un cellulare senza sim o senza credito. “La rete telefonica mobile è la stessa sia che si faccia il 112 sia che si componga il 118 – spiega la Corbetta -. Se il telefono riesce a contattare una cella, può fare qualsiasi numero. Diverso invece se parliamo di telefoni sprovvisti di SIM card o senza credito. In questi casi la normativa europea (come quella italiana) afferma che deve essere sempre possibile chiamare il numero unico europeo dell’emergenza 112.

Abbiamo chiesto all’Areu se sia consigliabile per gli escursionisti/alpinisti iniziare a fare il 112 in caso di bisogno o se sia meglio, per ora, continuare a comporre il 118.

“In Italia il call center laico del NUE 112 è in funzione solo in Lombardia dove al momento abbiamo due differenti situazioni – spiega la Corbetta -. I distretti telefonici delle province di Varese, Como, Lecco, Monza Brianza e Bergamo veicolano ormai tutti i numeri di emergenza (112, 113, 115 e 118) al Call Center Laico NUE 112 di Varese che poi smista le chiamate alla Centrale Operativa (PSAP 2) più appropriato presente nel territorio di competenza. Il resto della Lombardia al momento lavora come tutto il resto dell’Italia, ma sono previsti due altri Call Center Laici a Milano e a Brescia che copriranno l’intero territorio regionale”.

“Ma il numero 112 può essere sempre usato per qualsiasi emergenza in tutta Italia – prosegue la Corbetta – perchè comunque risponderebbero i Carabinieri che avrebbero la responsabilità di gestire la richiesta di soccorso. Tuttavia, a parte Varese dove sono presenti operatori in numero sufficiente per gestire la quantità di chiamate di emergenza, nel resto d’Italia le centrali 112, che fanno capo ai Carabinieri, potrebbero non essere in grado di gestire un forte afflusso di chiamate per cui il consiglio è di continuare a chiamare i numeri specifici”.

“E’ comunque consigliabile continuare ad usare le numerazioni correnti anche per le province coperte dal servizio NUE 112 di Varese – conclude la Corbetta – infatti anche se le telefonate sono tutte indirizzate e gestite dagli operatori del NUE, il fatto che una specifica telefonata sia stata indirizzata dal cittadino al numero 115 o 118 consente all’operatore di conoscere in anticipo (prima di rispondere) quale tipo di emergenza si intende segnalare”.

E’ dunque prevista a breve l’estensione del 112 a a Milano e provincia (con centrale operativa a Milano) e successivamente nelle province di Brescia, Cremona, Lodi, Pavia, Mantova e Sondrio (con centrale operativa a Brescia). Al momento però, secondo quanto riferito dall’Areu, non è possibile sapere quando sarà in vigore su tutto il territorio nazionale.

L’attivazione del cosiddetto “Nue” in Lombardia, prima fra le regioni italiane, è il frutto di una intesa tra Regione Lombardia e il Ministero dell’Interno, che hanno messo in comune competenze tecnico-operative, tecnologie e risorse economiche per conseguire l’obiettivo dell’adempimento della direttiva Ue, volta ad introdurre un numero telefonico uguale in tutta l’Unione a cui i cittadini potessero rivolgersi in caso di emergenza.

 http://www.montagna.tv/cms/?p=43939)

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